Assistenza versi i più fragili

Dipendenze durante l’epidemia: l’impegno dei servizi dell’ASST Vimerate

Sono state 731 le persone seguite presso il servizio di Alcologia e Nuove Dipendenze; 616 invece quelle prese in carico del SerT di Carate.

Dipendenze durante l’epidemia: l’impegno dei servizi dell’ASST Vimerate
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Tra i servizi che non hanno mai chiuso i battenti ci sono quelli per le dipendenze: nell’ASST di Vimercate, il SerT di Carate, afferente all’Unità Operativa Tossicodipendenze, direttore Maurizio Bramani ma anche i Nuclei di Alcologia di Vimercate e Seregno, conferiti all’Unità Operativa Alcologia e Nuove Dipendenze, Direttore Biagio
Tinghino.

Dipendenze durante l’epidemia: l’impegno dei servizi dell’ASST Vimerate

La regione Lombardia li ha considerati “essenziali”, e a ragione, perché l’epidemia di Covid 19 si è abbattuta, con particolare violenza, proprio sulle categorie più fragili di cittadini.

Tra questi le persone che abusano di alcol o di droghe illegali, ovviamente.

I dati

L'Asst in proposito ricorda alcuni dati.  I pazienti seguiti dal 22 febbraio ad oggi sono stati, complessivamente, 731 presso il servizio di Alcologia e Nuove Dipendenze; 616 invece quelli presi in carico del SerT di Carate.

Le misure restrittive hanno avuto un forte impatto anche su questo tipo di utenza.
“Molti – spiega Biagio Tinghino - si sono ritrovati da soli, o confinati in casa, a contatto con situazioni familiari o sociali già compromesse. Altri hanno dovuto affrontare la solitudine e la privazione dalle sostanze. Ma la maggior parte di loro non ha dovuto rinunciare al supporto degli operatori e ai trattamenti farmacologici offerti da servizi
per le dipendenze”.

Operatori, un punto di riferimento

Stiamo parlando di cittadini per i quali il contatto col Sistema Sanitario passa, quasi esclusivamente, dal rapporto con gli operatori dei servizi che li seguono nella cronicità, e che è stato il punto di riferimento anche in questa crisi.
“Da parte loro – continua Tinghino - i servizi per le dipendenze hanno rimodulato la loro offerta, sia per garantire protezione ai pazienti, sia per ridurre al minimo i rischi per gli operatori. Sono stati riformulati i percorsi, le modalità di accesso, i tipo di contatto, che in molti casi è stato possibile mantenere con un approccio a distanza
(colloqui telefonici, in videochiamata etc.)”.

“I pazienti – aggiunge Bramani - hanno così avuto al fianco professionisti che non hanno smesso di seguirli, affiancarli, sostenerli nella gestione delle lunghe giornate dell’epidemia”.

L'impegno versi i giovani

Forte è stato il raccordo con tutti gli altri servizi del Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze e robusto soprattutto l’impegno nei confronti dei giovani.
I ragazzi, in particolare i consumatori occasionali, compresi fra i 14 e i 24 anni, sono stati oggetto di speciali percorsi di monitoraggio, attraverso le due équipe operanti in questo settore, quelle dei progetti Ohana Wawe (al SerT Carate) e GTA (Nuclei Operativi Alcologici di Vimercate e Seregno).
“In questo modo – racconta Bramani - la crisi è diventata per molti una opportunità. Un momento per fermare la giostra vorticosa e perversa delle amicizie, per così dire sbagliate, dei contatti con gli ambienti dell’illegalità, una occasione per rendersi conto – con l’aiuto degli operatori – che ce la si può fare”.
Oggi, gradualmente, con l’avvio della cosiddetta seconda fase dell’emergenza, si sta riducendo gradualmente l’approccio a distanza e incrementando quello in presenza, pur salvaguardando tutte le condizioni per la sicurezza degli operatori e dei pazienti.

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