Dolci multi etnici e partite di cricket: a Cesano la festa patronale fa discutere

Polemica sulla manifestazione in programma dal 23 al 25 giugno. E qualcuno già dice "Ma che festa patronale è?".

Dolci multi etnici e partite di cricket: a Cesano la festa patronale fa discutere
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Dolci multi etnici e partite di cricket. E qualcuno già dice "Ma che festa patronale è?". E' polemica sulla manifestazione in programma dal 23 al 25 giugno a Cesano.

Dolci multi etnici e partite di cricket: a Cesano la festa patronale fa discutere

Fa discutere il programma della festa patronale di Cascina Gaeta a Cesano, in programma dal 23 al 25 giugno. Il volantino con la serie di iniziative organizzate per la tre giorni di festa, sta girando su Facebook in questi giorni e ha suscitato non poche polemiche. Tra le varie iniziative figurano infatti "merende dal mondo", vendita di dolciumi multi etnici, partite di cricket... tanto che qualcuno ha iniziato a storcere il naso lamentandosi del fatto che di "patronale" questa festa ha ben poco.

Ecco il volantino con il Programma

Si dice "giù di morale" Marina Romanò capogruppo della Lega in Consiglio che abita proprio a Cascina Gaeta. "Ma che festa patronale é? Rivoglio la torta paesana" - ha tuonato su Facebook.

Dello stesso parere anche Luca Giugno, coordinatore provinciale di Forza Nuova Monza Brianza, che in una lunga nota ha voluto ribadire che "una festa patronale a Cesano Maderno non é il posto per "dolci multietnici", "merende dal mondo" o partite di cricket".

Scrive Giugno:

"Una festa patronale è un momento in cui le tradizioni, la cultura e l'identità di una comunità, si conservano e si tramandano. Sí, forse una volta. Oggi, a cascina Gaeta diventa un modo come un altro per sponsorizzare un mondo monocolore (altro che arcobaleno) dove a Cesano Maderno si possono degustare cibi nigeriani, marocchini, bengalesi e via dicendo. Viene in mente Pasolini (sí, lo stiamo citando per davvero) quando identificava  la forma più profonda di a-culturazione, con l'omologazione ad ogni livello, che il neocapitalismo pretende di attuare. Tutto questo lui lo chiamava 'il nuovo fascismo'.
Oggi, nel terzo millennio, questo si chiama multiculturalismo, cosmopolitismo, tutte belle parole che ci preparano, fin da bambini, ed essere degli atomi apolidi, senza cultura e senza identità, disposti ad essere sradicati senza troppo dolore dalle proprie fragili radici.
Qui non si vuole fare un processo a qualcuno, tantomeno a chi, in buona fede, si spende per organizzare nel suo quartiere qualsiasi attività.
Abbiamo peró l'onere e l'onore di denunciare come questa mentalità suicida, sotto il mantello della tolleranza e di un frainteso senso di fratellanza, si insinui nell'animo delle persone e le renda succubi della peggiore delle ideologie: uguaglianza, uguaglianza e ancora uguaglianza.
Il mondo é bello perché é vario, recita un vecchio detto. Bene, noi vogliamo evitare, Tolkien docet, un mondo che sia lo stesso da New York a New Delhi.
Ciò lo si persegue anche affermando, molto banalmente, una festa patronale a Cesano Maderno non é il posto per dolci multietnici, "merende dal mondo o partite di cricket".

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