Due comunità in festa

Don Mario Ciceri sarà beato: il Papa ha autorizzato il decreto

Nato nel 1900 a Veduggio con Colzano, guidò la parrocchia di Sant'Antonio Martire a Brentana di Sulbiate per 21 anni

Don Mario Ciceri sarà beato: il Papa ha autorizzato il decreto
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La notizia tanto attesa è finalmente arrivata: don Mario Ciceri sarà beato. Papa Francesco ha ricevuto monsignor Marcello Semeraro, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, autorizzando la promulgazione dei decreti relativi a 128 nuovi prossimi beati e a 6 nuovi Venerabili Servi di Dio con il riconoscimento delle loro virtù eroiche. Tra questi figura anche don Mario.

Don Mario sarà beato

Nato l'8 settembre del 1900 a Veduggio con Colzano, guidò la parrocchia di Sant'Antonio Martire a Brentana di Sulbiate per 21 anni, dal 1924 fino alla sua morte, dedicandosi in particolare ai giovani. In molti, in paese, soprattutto i più anziani, ricordano le gesta di don Mario durante il Secondo conflitto mondiale. Per mantenersi in contatto con i «suoi» giovani dell’oratorio, sparsi in mezzo mondo, dalla Russia all’Africa in guerra, stampò un bollettino, intitolato «Voce Amica», a loro destinato. Per consolare spose e mamme, anche di altri paesi, che a lui ricorrevano per i congiunti militari combattenti, si preoccupava di avere notizie attraverso la Croce Rossa e il Vaticano.

Sempre animato dalla sua profonda esigenza caritativa, dopo l'8 settembre 1943, si preoccupò dei prigionieri, dei profughi, degli ebrei, degli sbandati. Li sistemò nei casolari dispersi tra i boschi nella campagne vicino a Sulbiate e poi, di notte, faceva arrivare medicinali per loro, oltre ai viveri, indumenti, al conforto spirituale.
Non bastò la minaccia di finire in carcere a fermarlo: don Mario proseguì ugualmente la sua opera. Le cronache dell’epoca raccontano che il sacerdote si prodigò anche ad aiutare i militari stranieri a rifugiarsi in Svizzera dopo averli riforniti di documenti falsi ed abiti nuovi.
In tanti lo ricordano in sella alla sua bicicletta mentre raggiungeva Chiavenna per portare ai rifugiati la corrispondenza dei loro familiari.
La sera del 9 febbraio 1945, mentre tornava a casa da una delle sue missioni di carità, il sacerdote venne investito da un carretto e ricoverato all'ospedale di Vimercate. Subito si sparse la voce che don Mario aveva necessità di donatori di sangue e molti giovani, nascosti nelle cascine intorno a Sulbiate perché ricercati, nonostante il grave rischio, si precipitarono per la trasfusione. La sua degenza durò 58 giorni. Purtroppo don Mario si spense il 4 aprile 1945 e già da allora venne sempre venerato come un santo.

Il miracolo

Il miracolo attribuito all’intercessione di don Mario Ciceri riguarda Raffaella Di Grigoli, all’epoca una bambina di sette anni. Il 16 settembre 1975 fu ricoverata all’ospedale Valduce di Como,  dove le venne diagnosticato un “dolicosigma”, ossia un allungamento fuori norma del colon. Due interventi chirurgici in rapida successione non risolsero la sua situazione, tanto che il 30 ottobre 1975 le fu amministrata la Cresima in articulo mortis. Quando neanche un terzo intervento sembrava avere esito positivo, la zia della bambina pensò di ricorrere all’intercessione di don Mario. Informò del caso la sorella del sacerdote, che consegnò alla famiglia un foulard a lui appartenuto. La madre di Raffaella lo posò più volte sul suo corpo, accompagnando il gesto con le sue preghiere, alle quali si unì tutta la famiglia. Il quadro clinico migliorò, tanto che Raffaella fu dimessa il 4 febbraio 1976 e, nel 2005, divenne a sua volta madre di un bambino.

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