Donata la Costituzione ai Millennials

I primi diciottenni del nuovo millennio sono stati convocati dal sindaco domenica mattina in occasione della festa della biblioteca

Donata la Costituzione ai Millennials
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Millennials chiamati a raccolta dal sindaco per la consegna della Costituzione Italiana.

Una ventina i ragazzi presenti all'incontro con Alberto Rossi

Domenica mattina, in occasione di "Biblioteca in festa", il sindaco Alberto Rossi ha incontrato i primi diciottenni del nuovo millennio, nati nel 2000. E' stata una breve e informale cerimonia per celebrare l’ingresso nell’età adulta dei ragazzi. Presente anche l’assessore alla Pubblica istruzione Federica Perelli.
"I diciott’anni sono un’età molto particolare e la maggiore età dei Millennials nati nel 2000 ha una simbologia particolare". Ha detto il primo cittadino davanti alla ventina di giovani presenti. "Non cambia tutto da un giorno all’altro ma in un momento si acquisiscono diritti e doveri importantissimi, che non possiamo dare per scontati, come il voto e le libertà che oggi possediamo. Per questo motivo oggi vi consegniamo una copia della nostra Costituzione, perché possiate leggerla e imparare tanto su tutti noi, scoprendo l’importanza di interessarvi un po’ della vostra comunità".

Seregno sindaco e assessore durante la consegna della Costituzione ai neo diciottenni
Il sindaco Alberto Rossi e l'assessore Federica Perelli durante la consegna della Costituzione ai neo maggiorenni

Letto ai ragazzi anche il discorso di Calamandrei

E’ questo il primo anno dell’iniziativa che verrà replicata anche in futuro. "Non può esserci luogo migliore della biblioteca per celebrare questo momento di crescita, consapevolezza e partecipazione". Ha aggiunto l’assessore Perelli. "La biblioteca è vostra e il nostro obiettivo è aprirla il più possibile perché qui possiate studiare, confrontarvi e incontrarvi". A seguire, subito prima della consegna della Costituzione, il consigliere comunale e docente Samuele Tagliabue ha letto "La Costituzione non è una macchina". Si tratta del discorso pronunciato da Pietro Calamandrei nel 1955 in occasione di un ciclo di conferenze sul tema rivolto ai più giovani.

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