Arcore

Doneda: l’ex sindaco Rocchini e l’ex funzionario Lippi condannati a risarcire il Comune

I due sono stati condannati dalla Corte dei Conti a rifondere al Comune 200mila euro ciascuno per danno erariale

Doneda: l’ex sindaco Rocchini e l’ex funzionario Lippi condannati a risarcire il Comune
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Nuovo colpo di scena nell'intricata vicenda "Doneda", riguardante la mancata realizzazione dell'impianto di betonaggio ad Arcore, in località Cascina Formica, a Bernate. La Corte d’appello della Corte dei Conti ha confermato l’accusa di danno erariale nei confronti dell’ex primo cittadino di centrodestra Marco Rocchini e dell’ex funzionario comunale del Comune di Arcore Massimiliano Lippi, all'epoca dei fatti dirigente del servizio tecnico urbanistica e del servizio sviluppo del territorio ad Arcore. Entrambi erano già stati condannati, in primo grado, a rifondere 400 mila euro, in totale, 200mila euro ciascuno al Comune.

Confermata la sentenza di primo grado

Ora la corte d’Appello ha confermato quanto stabilito in primo grado dalla Corte dei Conti sezione Giurisdizionale della Lombardia. Invece l’ex primo cittadino Rosalba Colombo era stata assolta in primo grado per la stessa vicenda.
La richiesta di risarcimento danni nei confronti di Colombo, Rocchini e Lippi venne avanzata dal Movimento 5 Stelle e dalla stessa "Fratelli Doneda" e riguardava la sussistenza, o meno, di un danno erariale a seguito dell’esborso, da parte del Comune di Arcore, di oltre 600mila euro pagati all’azienda Doneda di Brembate, guidata da Luca Doneda, come risarcimento danni per il diniego a realizzare l’impianto a Bernate.

La vicenda

Una vicenda lunga e complessa, iniziata nel 2011, sul finire della legislatura di centrodestra guidata da Rocchini, dove era successo di tutto: dal primo ok ottenuto da Doneda fino alla vittoria elettorale del centrosinistra nel 2011 che portò al diniego alla costruzione dell’impianto di riciclo dell’asfalto fresato. Poi, ricorsi e controricorsi al Tar e al Consiglio di Stato, la costituzione di un comitato cittadino per contrastare la costruzione dell’impianto di betonaggio e il fallimento del colosso bergamasco del cemento.

Per non parlare del clamoroso licenziamento in tronco dell’avvocato del Comune, Elisabetta Mariotti, che si dimenticò di presentare una memoria difensiva in una fase del tribolato iter e "perché ci ha palesemente mentito" esclamò il sindaco Colombo all'epoca dei fatti. E poi ancora: sul finire della legislatura, nel 2011, la Giunta Rocchini decise di non portare in Consiglio la variante al Piano regolatore che avrebbe permesso la costruzione del bitumificio, lasciando la patata bollente a chi sarebbe arrivato dopo: Rosalba Colombo, che fermò subito il progetto.

Tar e Consiglio di Stato diedero ragione a Doneda

Nel 2013 prima il Tar e poi il Consiglio di Stato diedero ragione a Doneda: "ha diritto a costruire il bitumificio", dissero. Però nel febbraio del 2014 il Consiglio comunale deliberò per la cancellazione del progetto, confermando la destinazione agricola del terreno. Successivamente Doneda presentò un nuovo ricorso al Tar, che perse. La questione, allora, ritornò sul tavolo del Consiglio di Stato che nel novembre del 2015 nominò un perito per quantificare i danni patiti dall’azienda. Secondo il colosso bergamasco del cemento, ammontavano a 1 milione e 600mila euro. Il Consiglio di Stato aveva ridotto l’importo a 600mila euro, equivalenti ai costi sostenuti per l’acquisto dell’area e di progettazione.

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