Tribunale

Dopo la lite condominiale, i box finiscono "sotto sequestro"

Ora 100 persone in via Goldoni a Monza si trovano senza poter utilizzare i garage per colpa di dissidi

Dopo la lite condominiale, i box finiscono "sotto sequestro"
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Dopo anni di contese tra condomini, a mezzo di carte bollate e avvocati, la querelle si è spostata in Tribunale e il risultato è che ora 118 box al civico 23/b di via Goldoni a Monza sono di fatto inutilizzabili. Il cancello è stato lucchettato e saldato e nessuno può più accedere al proprio garage fino a quando una sentenza del Tribunale non avrà messo la parola fine all’annoso contenzioso.
Ora la vicenda è nelle mani di Antonio Vasicuro, l’amministratore nominato dal Tribunale di Monza in via giudiziale.

Una querelle tra condomini

La questione è legata a una pratica da 180mila euro (che prevedeva importi di massimo 1400 euro più iva a famiglia, per di più rateizzabili) per la sistemazione del certificato di prevenzione antincendio dei garage che non risultava a norma.
«Il problema è che il condominio ha una conformazione particolare che dà maggioranze un po’ strane per le ripartizioni, nelle decisioni i millesimi sono detenuti dal palazzo, mentre le cosiddette “teste” dai proprietari dei box che sono un corpo a se stante rispetto al palazzo», spiega Vasicuro dopo che martedì ha preso in mano la questione e ha saldato l’accesso ai box.
«Le raccomandate che avvertivano della decisione presa per motivi di sicurezza e scarico di responsabilità in caso di incendi sono arrivate per tempo, ma si vede che qualcuno fino all’ultimo non credeva che i box sarebbero stati messi davvero “sotto sequestro”», dice un residente.
E invece senza certificato antincendio per la legge i garage non sono praticabili e non possono essere compravenduti.
«La vicenda risale a qualche anno fa quando è arrivata l’ordinanza dei Vigili del Fuoco, ma i condomini non sono riusciti a mettersi d’accordo su quale ditta dovesse eseguire il lavoro e su chi dovesse pagare quanto e su quale base. La base millesimale fa gravare il costo sui condòmini, mentre i box sono quelli per cui è necessario fare il certificato prevenzione incendi. Da qui la contesa», spiega Vasicuro.

La palla passa al Tribunale

Siccome poi c’è stata l’impugnazione davanti all’autorità giudiziaria, ora sarà compito di un ctu nominato dal giudice indicare quali lavori saranno necessari e chi deve pagare che cosa e si procederà in via giudiziale. La vicenda, quindi, non si risolverà definitivamente prima di febbraio, considerando i tempi giudiziari.
Sempre che la sentenza non venga impugnata. Fino ad allora i garage rischiano di restare inutilizzabili. «Non posso accettare una situazione di pericolo fino al febbraio 2025 e così ho chiuso gli accessi ai box», precisa l’amministratore.
E al di là del disagio dei condomini del civico 23, i timori sono anche degli altri residenti, per il caos che potrebbe comportare sulla strada già trafficata la presenza di altre 100 macchine che non potranno utilizzare i garage. Senza contare che c’è chi ha comprato casa o un garage nel frattempo e ora non vi può accedere, perché il cartello apposto dall’amministratore giudiziale parla chiaro «chiunque dovesse accedere abusivamente verrà ritenuto responsabile di ogni danno e verrà segnalato agli organi competenti».

Grossi disagi infine anche per la pasticceria «La Ferrea», che in quello stabile ha un laboratorio dolciario a cui non può più accedere dal carraio. «Oltre al danno per noi c’è la beffa. Non abbiamo l’accesso al laboratorio, anche se noi non siamo un’autorimessa, noi abbiamo tutto, anche la nostra certificazione di prevenzione antincendio, perché noi rispettiamo per legge tutte le nostre normative, ma ora con il carraio chiuso, i nostri fornitori devono scaricare tutto a mano. E’ un disagio, noi siamo tra l’incudine e il martello e ci dispiace perché era così semplice mettersi d’accordo, ma non è accaduto e adesso la paghiamo tutti», ha spiegato Luca Broggio, titolare con il fratello della storica pasticceria di via Goldoni.

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