Emergenza Coronavirus, monzese bloccato in Asia

Marco Menini gira con la mascherina a Hong Kong e racconta come si stanno adeguando all'emergenza

Emergenza Coronavirus, monzese bloccato in Asia
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C'è un monzese bloccato in Asia per l'emergenza Coronavirus e non potrà tornare in Italia finché non verranno sbloccati i voli.

Emergenza Coronavirus

Marco Menini, imprenditore monzese di 52 anni, resterà a Hong Kong, continuerà a girare con la mascherina, con la speranza che l’emergenza Coronavirus rientri presto e che anche il disagio passi. Sa che non potrà tornare in Italia perché i voli sono bloccati a tempo indeterminato. E come lui se n’è fatto una ragione il papà Fabio Menini che abita a Monza e con cui è in costante contatto telefonico.

Monzese

Marco Menini  da sei anni per lavoro si è trasferito a Hong Kong. Qui ha un’azienda che produce ed esporta orologi e ha una compagna di origine cinese. Vivendo in prima persona quello che sta accadendo si è fatto un’idea abbastanza precisa dell’emergenza.
Proprio  lunedì, è rientrato dopo un viaggio a Bali e ha volato in aereo con la mascherina essendo a bordo con 150 passeggeri cinesi in scalo. «Avremmo dovuto prendere un volo da Manila a Hong Kong ma il volo era stato cancellato dalle Filippine Airlines, ho trovato un volo sostitutivo che forse è stato l’ultimo volo in partenza». E nemmeno può tornare in Italia. «Sono stati bloccati i voli tra Cina e Italia, compreso Macao, Taiwan e Hong Kong quindi al momento restiamo qui, poi in futuro si vederà».

Sempre più isolati

Intanto sono state chiuse le frontiere anche con il Dragone.

«E’ accaduto su pressione di infermieri e medici che hanno scioperato in tal senso - ha spiegato - Senza contare che i protestanti responsabili degli scontri a Hong Kong hanno preso la scusa di proteggere la salute, per chiudere le frontiere con la Cina anche se da lì arrivano molti rifornimenti. Questo creerà problemi economici, per il turismo e gli scambi commerciali. HK sarà ancora più isolata, ma ora è presto per capire di preciso in che modo ci causerà danni».

L’apertura delle fabbriche che doveva iniziare in questi giorni dopo la pausa del Capodanno è stata posticipata al 10 febbraio, le scuole saranno chiuse fino al 3 marzo e anche le banche stanno «tirando i remi in barca».

«Intanto si fa fatica a trovare i disinfettanti e alcuni prodotti (anche un amico che importava frutta e verdura dall’Italia non riesce a farla arrivare), c’è poca gente in giro, chi si muove lo fa con le mascherine e molti negozi sono chiusi». Al momento sono 15 i casi di Coronavirus nella Città Stato, ma senza alcun morto.

Psicosi anche in Brianza

Intanto il timore serpeggia anche in Brianza, dove il calo di affari per i negozi cinesi si fa sentire proprio per la paura delle persone di entrare in contatto con qualcuno rientrato dalla Cina e potenzialmente contagiato. Un timore che sta mettendo in crisi anche storiche attività come il ristorante cinese Yin Tao di via San Gottardo. Dopo il cartello in cui denunciava che per la psicosi rischiava di chiudere, ha ricevuto tanta solidarietà dai monzesi che hanno ricominciato a prenotare i tavoli.

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