Tribunale

Escort sequestrata e minacciata di morte in un hotel a Desio: la Procura chiede il giudizio immediato per un 28enne

L'uomo era stato arrestato circa un mese fa. I Carabinieri avevano trovato la vittima, una 30enne romena, in stato di shock

Escort sequestrata e minacciata di morte in un hotel a Desio: la Procura chiede il giudizio immediato per un 28enne
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La Procura di Monza chiede il giudizio immediato per Michele Gruosso, il 28enne arrestato un mese fa con l’accusa di aver tenuto in ostaggio per ore in un albergo del centro di Desio una donna con cui aveva contrattato una prestazione sessuale a pagamento, costringendola ad assumere cocaina e minacciandola con un cavo per la ricarica del telefono al collo (“Se gridi ti ammazzo”).

Escort sequestrata e minacciata di morte in un hotel a Desio: la Procura chiede il giudizio immediato per un 28enne

La vittima è una trentenne romena che Gruosso aveva contattato attraverso un sito di incontri a luci rosse, che lo ha querelato per sequestro di persona. Ora l’imputato ha la facoltà di chiedere di essere giudicato con il rito abbreviato, che gli concederebbe uno sconto di pena.

A dare l’allarme era stata un’altra ragazza romena, in ansia per la prolungata assenza dell’amica, che non rispondeva più al telefono. I militari avevano fatto irruzione nella stanza d’albergo, trovando la vittima in stato di shock, e qualche grammo di cocaina. Gruosso le avrebbe sottratto i suoi due telefoni cellulari.

E' il figlio di “Lady Coumadin”

L’uomo è il figlio di “Lady Coumadin”. Il 28enne è stato condannato dalla Corte d’appello de L’Aquila a 12 anni e 8 mesi per il tentato omicidio del patrigno, in concorso con la madre Daniela Lo Russo: i due avevano provato ad ammazzarlo con i farmaci.

Secondo quanto emerso, il 28enne aveva stabilito domicilio in Brianza, dove lavorava come autista, in attesa di definire la vicenda giudiziaria che lo vede colpevole di tentato omicidio nei confronti di un imprenditore abruzzese, a cui era stato somministrato di nascosto un anticoagulante allo scopo di provocargli un’emorragia. Da qui il soprannome della madre (Lady Coumadin), morta suicida in carcere e protagonista di altre vicende giudiziarie, come quella clamorosa che la vide piazzare finti pacchi bomba in tutta Pescara, per ritardare il corso del processo che la riguardava.

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