Estorce denaro a un cliente, prostituta nei guai

A processo a Monza, rischia quattro anni di reclusione.

Estorce denaro a un cliente, prostituta nei guai
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Estorce denaro a un cliente, prostituta nei guai. A processo in Tribunale a Monza, rischia quattro anni di reclusione.

Estorce denaro e finisce nei guai

Rischia fino a 4 anni di reclusione una  36enne di Monza originaria della Bulgaria per una presunta estorsione. La donna, ex prostituta, secondo l'accusa aveva estorto del denaro a un cliente dopo una prestazione sessuale. Una vicenda articolata e tutta da chiarire.

La parte offesa è un uomo di 42 anni monzese. Nell'intricata storia è coinvolto anche un uomo, sempre di Monza, 66 anni, che deve rispondere dell'accusa di favoreggiamento, ma la Procura negli ultimi giorni ha già chiesto la sua assoluzione.

I due imputati sono difesi dagli avvocati de Foro di Monza, Luca Valaguzza e Mattia Carminati. La donna rischia una pena pesante visto che in sede di conclusioni, la Procura di Monza, rappresentata in aula dal vice procuratore onorario, Paola Suglia, ha chiesto per lei la condanna a 4 anni di reclusione.

I fatti risalgono al 2014

I fatti risalgono al 7 agosto del 2014. Secondo la ricostruzione della Procura di Monza, la donna, approfittando del fatto che il cliente si fosse addormentato, si era impossessata della chiave della macchina a bordo della quale si era allontanata. I due avevano consumato nell'appartamento della parte offesa e poi da lì lei se n'era andata con l'autovettura del cliente.

In macchina c'erano anche altri documenti, accessori ed effetti personali riconducibili all'uomo e la situazione si è aggravata nelle ore successive, quando, sempre stando al racconto della parte offesa, la ragazza bulgara lo avrebbe minacciato di non consegnargli gli averi in suo possesso se non le avesse dato 1.000 euro in contanti. L'ex prostituta ricevette i soldi e ora rischia grosso.

Nella vicenda, come detto, è finito anche il 66enne che risponde di favoreggiamento per aver trasportato più volte la prostituta in giro per appuntamenti facendosi pagare la “corsa”. La sentenza è attesa tra pochi mesi.

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