Figli senza scuolabus, nasce il Comitato

Hanno iscritto i ragazzini a una scuola media fuori bacino ma il servizio di bus navetta è stato disattivato.

Figli senza scuolabus, nasce il Comitato
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Figli senza scuolabus, nasce il Comitato. Hanno iscritto i ragazzini a una scuola media fuori bacino e per loro non c'è più il servizio di bus navetta.

Figli senza scuolabus

Trentacinque bambini hanno dovuto raggiungere la scuola a piedi. Non hanno potuto contare sul servizio bus, attivo da anni, poiché con un atto di indirizzo della Giunta comunale del 2015, il pullmino appositamente organizzato per gli studenti iscritti alla scuola Ardigò residenti fuori bacino - non nel quartiere Libertà - è stato mantenuto fino all'anno scolastico 2017 - 2018.

Nessun rimpiazzo

E per l'anno iniziato lunedì 10 settembre, non è previsto un rimpiazzo del mezzo gestito da una società che si era tirata indietro già qualche anno fa, salvo poi mantenere il servizio per alcune proroghe terminate, appunto, con lo scorso anno scolastico. Ma per i ragazzini che risiedono nel quartiere, invece, che secondo i dati diffusi dall'ufficio Servizi scolastici sono 101, il bus ci sarà. Ed è proprio questo l'aspetto che ha mandato su tutte le furie il comitato genitori - che si è dato il nome di «Comitato degli esclusi» nato appositamente nel mese di agosto per tentare una mediazione con l'assessore alla partita.

La scelta della scuola

Chi ha scelto di mandare i propri figli alla media Ardigò, per poter beneficiare di un'offerta formativa bilingue, ha ricevuto la notizia della soppressione del servizio in tempi non compatibili con l'organizzazione di un'alternativa valida. «Ci siamo iscritti nel mese di gennaio - ha raccontato Raffaele Pisacane, portavoce del gruppo di genitori residente lungo viale Sicilia - Il modulo da compilare è attivo sul sito del Ministero, e quindi non riporta alcuna nota specifica in riferimento ai trasporti locali. Per i mezzi pubblici, infatti, l'invio della domanda va effettuata attraverso il sito del Comune. Ma nessuno di noi ha letto delle note che allertavano i genitori della modifica di questo importante servizio sul quale contavamo. L’avessimo saputo per tempo, forse, avremmo optato per una decisione differente. I 35 aderenti al comitato, infatti, sono tutti genitori lavoratori, e non riescono ad accompagnare i propri figli a scuola in auto».

I trasporti

I moduli per inserire la domanda di servizio bus, dunque, è stata inoltrata nel mese di marzo, ben due mesi dopo l’iscrizione a scuola. «In quella data, dopo l'open day della Ardigò, eravamo al corrente della sospensione del trasporto per gli studenti fuori bacino - ha continuato Pisacane - Era stato proprio il preside a informarci. Ma era già tardi. I nostri figli erano stati presi alle medie di via Magellano. A quel punto ci eravamo mobilitati, chiedendo incontri con l'Amministrazione comunale, per tentare una mediazione o una proroga, un po' come era accaduto tre anni fa, quando l'allora assessore all'Istruzione Rosario Montalbano era riuscito a ottenere l'allungamento del contratto con l'azienda fornitrice del servizio fino al 2018. Ma non abbiamo ricevuto alcuna risposta certa. Solo delle promesse, che poi si sono infrante qualche giorno prima del suono della prima campanella».

La mediazione

Una mediazione c'è stata. Ma forse la risposta dell’esito di tale trattativa è arrivata troppo tardi. «Il 21 luglio il Comune ha recapitato al “Comitato degli esclusi” una mail, nella quale si parlava di un dialogo con altre aziende del territorio per trovare una soluzione. Un nuovo bus, quindi, per permettere anche a noi fuori bacino di mandare i nostri bambini a scuola in tutta sicurezza. E ci abbiamo davvero sperato. Poi, però, è arrivata la doccia gelata. Il 7 settembre, tre giorni prima di iniziare la scuola, siamo stati informati dell'annullamento effettivo del servizio. La mail ci è arrivata nel pomeriggio. Le aziende coinvolte nella trattativa si sono tutte tirate indietro. Noi eravamo disposti a pagare anche di più, perché per i nostri figli faremmo di tutto. Ma non c'è stato verso. E così siamo rimasti a piedi».

Le soluzioni alternative

E per le alternative, per ovviare, dunque, al disagio arrecato, i genitori se le stanno inventando tutte. C'è chi, fortunatamente, può contare sui “mitici” nonni, sempre disponibili a dare una mano. Ma c'è anche chi oltre al danno vive la beffa. «Ci sono famiglie che sono considerate fuori bacino pur vivendo a due metri dalla fermata dedicata agli studenti di bacino e che per quei due metri non possono ottenere il servizio - ha spiegato - E allo stesso tempo ci sono bambini che abitano a 500 metri dalla scuola, che magari hanno un genitore a casa, che possono accedere al bus. E' ingiusto. Ed è anche un sistema che giudichiamo anacronistico. Si dovrebbe premiare la competitività tra le scuole, sponsorizzare gli spostamenti, dare merito a quegli istituti che garantiscono offerte formative migliori. E invece si va nella direzione opposta. Tra le opzioni più quotate, al momento, c'è quella di organizzare dei turni per portare a scuola i nostri bambini: una volta a settimana chiederemo dei permessi di lavoro, per accompagnarli al plesso scolastico di via Magellano».

Una vicenda simile

Una vicenda simile, come si diceva, è accaduta nel mese di agosto del 2015. In quel caso, coinvolti nella vicenda, erano alcuni genitori di San Rocco. Questi avevano preferito iscrivere i propri figli alla Zucchi piuttosto che alla Pertini. Si erano trovati improvvisamente con il servizio di bus navetta per i propri figli, soppresso, così come è capitato quest’anno al «Comitato degli esclusi». E il preavviso, anche in quel caso, era stato scarso. I genitori, allora, si erano recati agli uffici comunali di via Camperio per consegnare all’assessore Montalbano e, eventualmente, anche al sindaco Roberto Scanagatti, una raccolta firme per chiedere un intervento immediato.

La risposta dell'assessore

«Il servizio di navetta non ci sarebbe mai dovuto essere. E’ stato un modo per gestire alcune emergenze dovute alla riorganizzazione dei bacini d’utenza di qualche anno fa. E nonostante fosse un servizio, per l’Amministrazione, non dovuto, sia la Giunta precedente che quella attuale, a vario titolo, hanno cercato di dare una mano alle famiglie. Ma era chiaro fin dall’anno scorso, che per questo anno scolastico, il servizio sarebbe stato disattivato». Si è espresso così l’assessore all’Istruzione Pierfranco Maffè, in merito alla vicenda che ha coinvolto gli studenti fuori bacino iscritti alla media Ardigò e alla Zucchi. «Se una famiglia decide di mandare il proprio figlio in una scuola distante deve farsi carico dei trasporti - ha chiarito - Capisco il disagio, ma noi abbiamo fatto la nostra parte. Abbiamo contattato aziende di car pooling, società di trasporti. Nessuno riusciva a garantire quel servizio. La scelta della scuola è ovviamente discrezionale, ma a Monza, generalmente, l’offerta formativa è altissima in ogni plesso».

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