Lutto

Fondò il Villaggio della Gioia, addio a padre Fulgenzio rimasto nel cuore di tanti desiani

Aveva 84 anni. Ha dedicato la sua vita agli ultimi della Terra. "Dove tutti scappano, noi andremo", il suo insegnamento.

Fondò il Villaggio della Gioia, addio a padre Fulgenzio rimasto nel cuore di tanti desiani
Pubblicato:

Fondò il Villaggio della Gioia, addio a padre Fulgenzio rimasto nel cuore di tanti desiani, venuto a mancare venerdì 4 giugno. Per una decina di anni il missionario che ha dedicato tutta la sua vita agli umili ha vissuto anche a Desio, operando in particolare al santuario del Crocifisso. Molte le famiglie del rione della Dugana che ancora lo ricordano con grande affetto. La città brianzola ha continuato a tenere un legame stretto con il missionario anche quando la sua missione lo aveva portato in Africa.

Ha dedicato tutta la sua sua vita per aiutare gli "ultimi"

Quella di padre Fulgenzio Cortesi è stata una vita spesa interamente per aiutare i più poveri e i più deboli, gli "ultimi" della Terra. E' morto venerdì mattina, a 84 anni, a Dodoma, in Tanzania. Il missionario originario di Castel Rozzone era un faro della cooperazione internazionale, e aveva fondato il Villaggio della Gioia di Dar es Salaam: un'isola di speranza che dà rifugio a più di mille ragazzi, molti dei quali orfani.

Chi era padre Fulgenzio "Baba" Cortesi

Nato a Castel Rozzone nel 1937, padre Fulgenzio Cortesi era un missionario passionista. A dieci anni era entrato in seminario alla Basella di Urgnano. Ordinato sacerdote nel 1963, per anni si è dedicato all’insegnamento del latino, al giornalismo, e ha studiato la cultura e l’arte africana, fondando anche una rivista e il Museo Africano di Calcinate. Dopo aver svolto altri incarichi, che gli erano stati assegnati dai superiori, aveva chiesto e finalmente ottenuto di trasferirsi in Africa, a Dar es Salaam, per offrire una famiglia e un’istruzione a tanti bambini rimasti orfani a causa dell’Aids. Lì, sull’oceano Indiano, ha fondato il Villaggio della Gioia. E per tutti, in Africa, era diventato "Baba" Fulgenzio, "papà", o "nonno". I suoi "figli", tutti legalmente adottati, sono oggi 137 e la scuola creata all’interno del villaggio accoglie oggi circa 1400 studenti, sia cristiani sia musulmani. Nel 2006 aveva anche fondato una nuova congregazione di suore, “le Mamme degli Orfani” e negli ultimi anni anche una sorta di "secondo" Villaggio della gioia, a Monogro, sempre in Tanzania.

"Se vuoi elevare una nazione  insegna la cultura"

«La mia vita è sempre stata basata sulla cultura – diceva – se vuoi elevare una nazione insegna la cultura. Le nostre scuole rilasciano i diplomi e l’anno scorso abbiamo avuto lo studente più premiato della Tanzania. Questa è una grande soddisfazione per me e per i professori».

Dalla sua Tanzania Baba Fulgenzio aveva ricevuto altrettanto affetto ed una importante lezione di vita.

«Quello che mi ha sempre colpito è la gioia che hanno nel cuore i poveri - raccontava – la serenità per cui sembrano padroni del tempo, non c’è corsa al guadagno e l’accoglienza. La povertà, le malattie, l’aids si fanno sentire, ma mentre qui in Italia diciamo agli altri “andate via”, loro dicono “venite qui”».

La missione di Haiti

Negli ultimi anni, il suo impegno aveva raggiunto un altro oceano: l'Atlantico. Obiettivo, creare una nuova missione ad Haiti, che sta cominciando ora a muovere i primi passi.  "Nel mio cuore c’è un sogno che è quello di andare nel paese più povero del mondo, Haiti – aveva detto – le mamme degli orfani si stanno preparando per andare. Ad Haiti la morte è ovunque e nessuno ci fa più caso. Dicono che non c’è niente da fare in quel posto, mente noi diciamo che c’è tutto da cominciare. E’ ipocrisia avere solo una grande preoccupazione per quella gente. Dove tutti scappano noi andremo. Se mi aiutate con la preghiera possiamo aiutare quei poveri bambini abbandonati e diseredati".

Seguici sui nostri canali
Necrologie