Fu trovato morto a soli 31 anni: "Voglio giustizia per mio figlio"

La madre del monzese, scomparso un anno fa, chiede risposte: "Ci sono troppe cose che non tornano"

Fu trovato morto a soli 31 anni: "Voglio giustizia per mio figlio"
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Fu trovato morto a soli 31 anni: "Voglio giustizia per mio figlio"

Claudio Onorato aveva solo 31 anni e tutta una vita davanti a sé. Il pomeriggio di una domenica di febbraio del 1018 era stato trovato morto, impiccato nel suo monolocale di Candela, piccolo comune nell’aspro entroterra pugliese. Un comune in cui abitava ormai da qualche anno e nel quale aveva tentato di rifarsi un’esistenza dopo che, insieme ai genitori, aveva lasciato Monza. Ma si era innamorato della ragazza sbagliata. Un rapporto fortemente ostacolato dai parenti di lei, tanto che aveva ricevuto più volte minacce.

Il pestaggio un mese prima della morte

Un mese prima della sua tragica morte, Onorato era stato vittima di un brutale pestaggio per il quale, anche in questo caso, nessuno ha ancora pagato. La sera del 6 gennaio del 2018, Claudio era stato portato in campagna contro la sua volontà e lì era stato barbaramente massacrato da un gruppo di persone (molte delle quali indossavano la divisa della protezione civile). E sarebbe proprio questa l’origine della spirale di violenza che lo avrebbe portato alla morte.

A un anno di distanza, la scomparsa del giovane monzese, cresciuto a Sant’Alessandro, rimane avvolta nel mistero. Ancora tanti, troppi gli interrogativi che circondano le ultime settimane della sua vita. Domande a cui la mamma Cinzia, con grande coraggio e determinazione, intende dare una risposta.

«Purtroppo non abbiamo molta fiducia nella giustizia - ha spiegato la donna - Un po’ perché il primo avvocato al quale ci eravamo affidati all’indomani della morte di mio figlio aveva fatto ben poco, tanto che dopo pochi mesi gli abbiamo revocato l’incarico. Un po’ perché, ad oggi, non abbiamo avuto alcuna risposta in merito alle indagini. Fatto sta che più il tempo passa, più mi accorgo che in tutta questa vicenda ci sono elementi che non quadrano. Ad esempio non sappiamo che fine abbiano fatto i suoi dispositivi tecnologici. All’appello mancano due cellulari, un pc e un hard disk esterno. Mi piacerebbe sapere che fine hanno fatto, anche perché dentro c’erano le sue foto, le canzoni scritte da lui e i suoi disegni».

Una fiaccolata per tenere vivo il suo ricordo

Pacifista convinto, coraggioso ed empatico, Claudio era appassionato di musica, soprattutto rap e hip hop, tanto che non si limitava ad ascoltare, ma scriveva anche canzoni. Un ragazzo che affrontava di petto le difficoltà e la cui morte rimane piena di interrogativi.

E proprio per tenere alta l’attenzione su una vicenda dai contorni alquanto opachi i suoi amici hanno organizzato una fiaccolata proprio a Candela. «E’ passato un anno dalla scomparsa di Claudio e ciò che pesa come un macigno è la mancanza di giustizia - ha spiegato Silvia Mosconi, amica di Claudio da quando entrambi frequentavano le scuole a Sant’Alessandro - Trovo inconcepibile che in un paese come l’Italia una vicenda simile non trovi una spiegazione. Mi pongo continuamente mille domande, ma non posso fare altro andare avanti, passo dopo passo e cercare di sperare di arrivare sempre un po’ più in là nella ricerca della verità».

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