Gattine investite e uccise da pirata della strada

E' successo mercoledì l'altro. Titti era sopravvissuta al terremoto de l'Aquila del 2009.

Gattine investite e uccise da pirata della strada
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Gattine investite e uccise da pirata della strada. E' successo mercoledì l'altro. Titti era sopravvissuta al terremoto de l'Aquila del 2009.

Gattine investite e uccise

Titti e Renetta, le due gatte investite e uccise,  appartenevano alla colonia felina che si trova nell’area del vecchio canile di Monza, accudita quotidianamente dalle volontarie dell’Enpa. Di provenienze diverse, lì avevano trascorso insieme tanti anni, e insieme hanno trovato la morte.

Sono state investite in via Buonarroti verso le 8 di mercoledì 23 ottobre. Una passante le ha notate mentre si recava al lavoro, una già morta stesa sull’asfalto e l’altra che si trascinava a fatica, e ha contattato Giorgio Riva, presidente dell'Enpa brianzolo. Riva ha immediatamente attivato il servizio zooprofilassi dell’Ats che ha recuperato la micia ferita. Portata al pronto soccorso veterinario di Cologno Monzese, purtroppo non ce l’ha fatta per la gravità delle lesioni subite.

Nel frattempo Milena Rosellini, responsabile colonie feline dell'Enpa, che si trovava al lavoro, chiedeva di recarsi immediatamente sul posto alla volontaria Consuelo  e proprio quest'ultima trovava il cadavere dell’altra micia, seminascosto tre le foglie cadute, ancora caldo.

La colonia felina di via Buonarroti

Qui la gattina Titti, in alto Renetta

Titti (graziosa micia dal pelo lungo squamato rossiccio) e Renetta (dal pelo bianco e tigrato), le due gattine investite,  erano ospiti della colonia che si trova nella zona nota a Monza come ex macello, ancora in attesa di riqualificazione. I gatti, tutti di indole "selvatica" (ovvero non socializzati all'uomo e quindi non adatti per l'adozione), sono rimasti lì dopo il trasferimento del canile nella nuova sede di via San Damiano nel 2015.

Al gruppo di gatti originari, attirati dalla presenza di cibo, si sono poi aggregati altri gatti liberi provenienti dalle zone di via Buonarroti, via Mentana e via Procaccini, portando il numero totale a una quarantina di esemplari. Altri componenti della colonia erano gatti feriti soccorsi dall'Enpa negli anni, senza una colonia certa dove riportarli una volta guariti (come prevede la normativa), e altri ancora sfrattati dopo la distruzione del proprio habitat d'origine.

Titti era un gatto "aquilano"

Titti, in particolare, era uno dei gatti “aquilani” arrivati proprio dal centro abruzzese devastato dal sisma nel 2009. Subito dopo il terremoto, Giorgio Riva e un gruppo di volontari si erano recati in quelle terre martoriate portando in salvo 14 cani e una dozzina di mici liberi, tutti sterilizzati e non più ricollocabili nel centro distrutto della città.

Renetta invece era arrivata da Vedano al Lambro (MB) nel 2011 con problemi di salute e si è sempre mostrata schiva e diffidente. Solo nell’ultimo anno e mezzo aveva imparato a fidarsi di chi si occupava di lei, accorciando le distanze e lasciandosi andare a qualche manifestazione d’affetto.

La probabile dinamica dell'incidente

"Non si conoscono le esatte dinamiche dell’incidente - sottolinea l'Enpa in un comunicato -  Le due gatte, non più giovanissime, sono sempre state di indole pacifica: conducevano una vita tranquilla e non sono mai state viste né uscire né tanto meno attraversare la trafficata via Buonarroti. È probabile che, spaventate da qualcosa o qualcuno, siano fuggite per strada e che siano state investite da un'auto che correva troppo veloce. C’è chi dice che da tempo alcuni ragazzi si divertono a lanciare petardi proprio dove c’è la colonia; altri parlano della presenza di un cane. Di sicuro quella zona di Monza, dopo che vanno via le volontarie nel pomeriggio, diventa una terra di nessuno spesso visitata da personaggi di dubbia reputazione.
Quel che è certo è che la terribile fine di Titti e Renetta ha recato un grandissimo dolore alle volontarie che si occupavano con amore di loro".

Cosa dice la normativa

"Ringraziando per la sua grande sensibilità la signora che quella mattina si è fermata e ha allertato l'associazione -  l'Enpa nel comunicato ricorda -  che l'omissione di soccorso di animali investiti non solo è un dovere morale ma costituisce una violazione del Codice della Strada, punibile con una sanzione amministrativa. L'articolo 189, comma 9 bis, stabilisce infatti che gli utenti della strada che abbiano cagionato un incidente dal quale sia derivato un danno a uno o più animali d’affezione, da reddito o protetti, sono tenuti a fermarsi e a garantire un intervento di soccorso tempestivo".

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