Giacomo ha scommesso sulle nocciole

L'esempio dell'agronomo besanese è arrivato fino al Pirellone

Giacomo ha scommesso sulle nocciole
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L’amore per la terra è nel Dna di famiglia. E lui è riuscito a plasmarlo in qualcosa che insieme è moderno e redditizio. Capace di dare speranza per il futuro. Tanto che il suo esempio, ora, è arrivato anche sui tavoli di Regione Lombardia.

Il suo esempio al Pirellone

Mercoledì pomeriggio l’assessore all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi del Pirellone Fabio Rolfi, insieme al consigliere Alessandro Corbetta, ha visitato l’azienda agricola di Giacomo Citterio, in via De Gasperi a Besana. A due passi dalla sua abitazione. "Diciamo che sono tutto casa e bottega...", ha spiegato sorridendo il 31enne agronomo, docente alla Scuola agraria del Parco di Monza e specialista di progettazione e gestione del verde. La sua avventura è iniziata nel 2005 quando, a 19 anni, ha acquistato sette ettari di terreno, accanto al Centro sportivo, da un vecchio contadino.
"Lo conoscevo fin da bambino, mi portava sul trattore con lui - ha raccontato Citterio - Nonostante l’età, aveva una mente aperta. Mi diceva: “devi inventarti qualcosa”, perché le classiche attività agricole non risultavano, e così anche adesso, più competitive sul mercato".
Un consiglio che Giacomo si è tenuto ben stretto.
"Mi sono messo alla ricerca. La mia prima idea era stata un vivaio di piante ornamentali". Poi messa nel cassetto.

Il colpo di fulmine per le nocciole

Ad accendere l’entusiasmo, un altro progetto, nato dall’incontro con Roberto Maria Lanzalonga, uno dei principali produttori di nocciola nel territorio della Tuscia e già presidente dell'Associazione di Produttori di Nocciole di Viterbo; e Massimo Ornaghi dell’Ersaf, l’ente regionale per i servizi all’agricoltura e alle foreste. Ambedue presenti mercoledì pomeriggio.
"Visitando il Viterbese ho capito la potenzialità dei noccioleti. Ne ho visto le criticità ma anche le certezze. La richiesta annua è altissima".
A parlare sono i numeri: nel 2024 la sola Ferrero garantirà una richiesta annua di 500mila tonnellate di nocciole sgusciate. Oggi, in tutto il mondo, se ne producono 700mila. Con un reddito di circa 7mila e 500 euro all’ettaro.
"Il tipo di coltivazione, inoltre, è meno complesso rispetto ad altre piante, i meleti per fare un esempio. E poi rendono più bello il paesaggio, aspetto che non deve essere sottovalutato".
E così, tre anni fa, ha piantato i suoi 3mila noccioli. Tutto da solo. "Ci vuole anche un briciolo di follia dopo tutto...", ha ammesso. Portando in Lombardia una coltura quasi sconosciuta - Campania, Lazio e Piemonte sono i massimi produttori -, anche se, con uno sguardo attento al territorio, campi e giardini sono pieni di noccioli selvatici. Sintomo di un terreno e di un clima favorevole.

L'appello alle istituzioni

Per il suo primo raccolto, però, il besanese dovrà attendere altri due anni, secondo i tempi delle nocciole.
"Questo è il vero problema - ha sottolineato Citterio, rivolgendosi all’assessore Rolfi - Ho incontrato tanti proprietari di terreni che non sanno cosa farsene. Quanti campi vedete in giro non coltivati? Quanti abbandonati?". "Quella della nocciola è una produzione appetibile, ma servirebbe un aiuto per superare i primi cinque anni di mancati guadagni".
"L’Italia è già leader mondiale per quanto concerne la qualità della coltivazione. Con il supporto di Regioni e Governo potremmo rubare alla Turchia anche lo scettro della quantità", ha aggiunto Lanzalonga.
Parole che sembrano aver convinto la delegazione del Pirellone. Insieme ad un "tour" nei campi di Giacomo.
"La Regione Lombardia ha messo a disposizione dei giovani imprenditori ben 11,5 milioni e mezzo di euro per iniziare la propria attività agricola o per riconvertire quella ereditata e crediamo che questo possa essere un buon settore su cui investire - hanno concluso Rolfi e Corbetta - I noccioleti in Lombardia si contano sulle dita di una mano, nonostante il clima nella nostra regione sia favorevole. Quello delle nocciole è un mercato che vogliamo aiutare a sviluppare perchè può davvero essere il futuro dell'agricoltura in Brianza e in tutta la Regione. Quella di Besana è una realtà innovativa da cui prendere esempio".

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