Gildo Profilati, da 50 anni sulla breccia

Arrivato dal Salento a soli 16 anni, Bandelli ha creato un’impresa all’avanguardia.

Gildo Profilati, da 50 anni sulla breccia
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Ricordate le immagini in bianco e nero dei migranti meridionali che nel secondo dopoguerra scendevano dal treno con la classica valigia di cartone alla Stazione Centrale di Milano per cercare fortuna? La storia della Gildo Profilati di Aicurzio e del suo fondatore è cominciata proprio così.

Gildo Profilati festeggia i 50 anni di attività

E come tante di quelle storie si è conclusa positivamente: tanto che oggi l’azienda specializzata nella produzione di profilati estrusi in materiale termoplastico e in alluminio da lui fondata festeggia i 50 anni di attività.
Tutto cominciò qualche anno prima, quando il sedicenne Gildo Bandelli, quarto di cinque fratelli e orfano di padre da quando aveva 7 anni, emigra dal Salento alla volta di Milano senza un soldo in tasca. Passa da una bottega di Sesto San Giovanni dove ripara biciclette a una ditta di stampi fino ad approdare in un’azienda di estrusioni plastiche. In pochi anni diventa l’uomo di fiducia del titolare e viene nominato direttore generale. Sotto la sua guida l’azienda va a gonfie vele. Tanto che chiama dal Sud a lavorare nella “sua” fabbrica fratelli e sorelle con rispettivi mogli e mariti.
Una prima vera svolta avviene quando, visti i risultati che sta portando, chiede un ritocco di stipendio.

"Non mi diedero alcun aumento, ma mi fecero trovare sul piazzale dell’azienda una Fiat 1300 nuova fiammante – ricorda Gildo Bandelli – Pensavano di comprarmi con una macchina...". La mattina successiva sul tavolo di uno dei titolari Bandelli fa trovare una decina di lettere di dimissioni, la sua e di tutti i suoi parenti.

Gildo e famiglia si trasferiscono a Lissone dove, in un capannone in affitto, nel 1969 nasce la Gildo Profilati. "Non avevamo nulla e ci toccava lavorare tanto, anche 16 ore al giorno, e per i primi tempi pure senza stipendio". E’ un periodo davvero duro… Siamo in Brianza e all’inizio si lavora soprattutto per il settore dell’arredo, quindi per le grandi aziende di elettrodomestici, dalla Candy alla Merloni.

Finché arriva una nuova importante svolta: l’approccio al mondo dell’automotive. "Siamo diventati i fornitori di alcune decorazioni uniche – continua Bandelli – per veicoli ancora oggi ricordati da tutti, come il motorino Ciao e il Vespino della Piaggio. Ma fino alla fine degli anni ‘80 abbiamo prodotto gocciolatoi e paraurti di tanti modelli Fiat, dalla 126 alla Ritmo, dalla 127 alla Uno".
Il lavoro aumenta e gli spazi di Lissone cominciano a diventare stretti. Da qui la necessità di trasferirsi: nel 1979 vengono comprati dei terreni ad Aicurzio e costruita quella che ancora oggi è la “casa” della Gildo Profilati.

Per chiunque ce ne sarebbe a sufficienza, in termini di lavoro ma anche, immaginiamo, di preoccupazioni. Non per Gildo Bandelli che comincia a guardare all’estero e, verso la fine degli anni ‘70, vola a Città del Messico dove, con un socio italiano che si è trasferito in Centro America, dà vita alla “Perfiles Aluplast”: stessa attività della fabbrica di Aicurzio per il mercato messicano ma, soprattutto, statunitense.

Ed è sempre in quegli anni che Bandelli acquisisce quote della “Compex Centro Americana” con sede a San Josè, capitale del Costarica: viene chiamato a risanare l’azienda in cambio di metà delle quote azionarie. Insomma, è un periodo di grande vitalità, ma anche di grandi sacrifici per Gildo Bandelli, soprattutto a livello familiare, essendo continuamente in giro per il mondo: un’esperienza che dura una decina d’anni finché decide di vendere e di concentrarsi solo sul mercato italiano.

E siamo all’ennesima svolta: all’inizio degli anni ‘90 entra in azienda la nuova generazione, i figli Franco e Edmondo. Il loro inserimento equivale all’approccio internazionale dell’azienda. I prodotti della Gildo Profilati cominciano ad affacciarsi nelle fiere in tutto il mondo e raccolgono subito significativi apprezzamenti che ancora oggi trovano conferma in termini di vendita, visto che ormai il fatturato viene garantito per l’80% dal mercato estero.

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