"Vivo in un incubo"

Gomme tagliate, insulti, intimidazioni: la testimonianza di una vittima di stalking

La donna, terrorizzata anche per le sue figlie piccole, ha sporto denuncia

Gomme tagliate, insulti, intimidazioni: la testimonianza di una vittima di stalking
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L’incubo è iniziato all’improvviso, a luglio, con un biglietto trovato sul parabrezza dell’auto. Da lì è stata una escalation. Insulti, atteggiamenti intimidatori, pedinamenti da parte di un uomo che non aveva mai visto e che poi scoprirà abitare proprio di fronte a lei. Fino ai veri e propri atti vandalici ai danni della sua auto.

La testimonianza di una vittima di stalking

«Non temo solo per me, ma anche per le mie figlie», ha spiegato angosciata la donna, 39enne mamma di due bambine ancora piccole che ora chiede provvedimenti nei suoi confronti.
Le molestie, spiega, sono cominciate senza che vi fosse alcuna conoscenza pregressa tra i due. «Risiedo nella mia attuale abitazione dal 2015, e fino a quest’estate non era mai successo nulla - ha ricostruito - Non avevo mai visto quest’uomo, o comunque non mi ero mai accorta della sua presenza, fino a luglio, quando, di punto in bianco, mi sono ritrovata una lettera sul parabrezza. L’autore, che si era firmato con nome e cognome, aveva scritto dei complimenti e mi chiedeva di uscire».

Biglietti e peluches sulla macchina

Sorpresa e piuttosto infastidita dal biglietto, lo ha prima fotografato, per poi buttarlo. Il giorno successivo, la donna si è ritrovata, sempre appoggiati sul cofano della macchina, dei peluches, un fiore finto e un altro biglietto del medesimo tenore.

«Ho gettato anche quelli, cercando di non dare peso alla cosa, anche se il fastidio provato stava cominciando ad aumentare», ha spiegato la 39enne. Poco dopo, il primo incontro con l’uomo che sarebbe diventato il suo stalker. «Stavo rientrando a casa, quando ho visto un mio vicino di casa, residente nel mio stesso condominio, parlare con un altro uomo che, vedendomi, ha esclamato “che meraviglia”. Più tardi, interpellando il mio vicino, mi ha confermato che era lui l’autore dei biglietti. Mi ha spiegato che abitava di fronte a noi e che da qualche tempo a questa parte chiedeva informazioni su di me».

Le ruote bucate

La donna ha pregato il vicino di dirgli di smettere con questi comportamenti «e per qualche giorno, effettivamente, non si è fatto più vivo».
Poi, a fine luglio, la prima gomma sgonfia. «Devo ammettere che ho pensato che potesse essere stato lui, ma, portandola a riparare, il meccanico mi ha detto che il danno poteva essere imputato anche a un marciapiede urtato per sbaglio con la ruota. Ho cercato di convincermi che fosse quella la spiegazione giusta».

Gli insulti

Passato qualche altro giorno, «l’ho trovato sotto casa. In quel momento mi trovavo insieme alla persona che frequentavo all’epoca e dunque, in quel frangente, si è limitato a fissarmi».
Salvo che poi, quando la 39enne, poco più tardi è scesa, si è ritrovata l’auto imbrattata. «C’erano scritti insulti pesantissimi - ha raccontato - Pu...ana, tr..ia erano stati scritti con un pennarello indelebile nero sul cofano della mia auto che era parcheggiata in strada».
La donna si è subito rivolta al negozio di estetica che si trova nelle immediate vicinanze del luogo del fatto, sperando che qualcuno avesse visto qualcosa. Ma nulla. Il giorno stesso, lo ha incrociato nuovamente. «Mi ha urlato qualcosa che non ho capito e se n’è andato».

Atti vandalici

A quel punto, era agosto inoltrato, la 39enne è partita per le vacanze con le bambine. «Temendo potesse accadere altro, ho parcheggiato la macchina sotto casa del mio ex compagno, il papà delle bambine, che abita a qualche strada di distanza da dove risiedo io - ha puntualizzato - Ma gli atti vandalici si sono verificati ugualmente. Il mio ex compagno un giorno mi ha chiamata dicendomi che aveva trovato la mia macchina completamente devastata con le quattro le gomme squarciate, ricoperta di uova e con altri insulti scritti con la medesima calligrafia».

"Mesi di inferno"

Contestualmente il vicino di casa le ha riferito che, oltre ad avere ricevuto una telefonata da quell’uomo in cui la apostrofava con un ennesimo epiteto, erano comparsi insulti scritti sulle caselle delle lettere, «che si trovano all’interno dell’androne del palazzo e dunque è riuscito pure a entrare in una proprietà privata». Le scritte erano state cancellate nell’immediato, non prima però di essere debitamente fotografate.
Di lì in poi, altri episodi del medesimo tenore si sono verificati in autunno. A fine ottobre, è comparso un nuovo insulto rivolto alla «condomina di un ben preciso piano, esattamente quello in cui abito io».

La denuncia

E’ stata poi la volta della scritta sull’auto della 39enne, realizzata con un rossetto, episodio datato 20 novembre. «Poi per tre mesi più nulla. Salvo che a gennaio mi sono ritrovata con lo specchietto rotto. Ho fatto denuncia ai Carabinieri di Cinisello, integrandola per ben quattro volte. Ho chiesto un intervento rapido e urgente, ma mi dicono che non ci sono prove che sia lui l’autore degli atti vandalici. Mi sono affidata a un avvocato, cui sono stata indirizzata dal centro antiviolenza cui mi sono rivolta nella speranza di mettere fine a questi atti persecutori. Intanto vivo nell’angoscia, non solo per me, ma anche e soprattutto per le mie bambine. Ho dovuto cambiare le mie abitudini, non esco più la sera e sto pensando di vendere casa per allontanarmi da lui. Nella speranza che poi non scopra un eventuale mio nuovo domicilio».

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