I finanzieri di Seregno scoprono un'attività commerciale in nero

Individuati anche due soggetti che percepivano indebitamente il reddito di cittadinanza.

I finanzieri di Seregno scoprono un'attività commerciale in nero
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I finanzieri di Seregno scoprono un'attività commerciale in nero e due soggetti che percepivano, indebitamente, il reddito di cittadinanza.

I finanzieri di Seregno scoprono un'attività commerciale in nero

I militari della Guardia di Finanza di Seregno hanno portato a termine un'attività ispettiva nei confronti di un'associazione sportiva dilettantistica che, costituita al fine di promuovere iniziative sociali e culturali destinate esclusivamente agli associati, in realtà esercitava una vera e propria attività commerciale, consentendo, in maniera indiscriminata, l'ingresso nei locali del circolo a qualsiasi avventore.

L'indagine

Alla luce della forma associativa utilizzata per mascherare l'attività, si legge in un comunicato della Guardia di Finanza, che in realtà era di carattere commerciale e aperta al pubblico (beneficiando così indebitamente del regime tributario di favore previsto dall'ordinamento, con adempimenti contabili semplificati e pagamento forfettario delle imposte), i finanzieri si sono concentrati sull'analisi della contabilità dell'ultimo quinquennio del circolo, cui è stata attribuita d'ufficio una partita I.V.A., ricostruendone ricavi, secondo tassazione ordinaria, non dichiarati per oltre 700mila euro e un'evasione dell'I.V.A. pari a circa 44mila euro. Sono stati inoltre scoperti due dipendenti in nero, per i quali è stata comminata, nei confronti del rappresentante dell'ente, una sanzione amministrativa da un minimo di 9mila euro a un massimo di 18mila.

Due soggetti percepivano indebitamente il reddito di cittadinanza

I successivi e più approfonditi accertamenti effettuati nei confronti dei nuclei familiari dei due lavoratori scoperti in nero e del presidente dell'associazione hanno altresì permesso di accertare l'indebita percezione del reddito di cittadinanza da parte di uno dei due dipendenti nonché della moglie del presidente. Entrambi sono stati deferiti alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Monza con conseguente attivazione delle procedure previste ai fini della decadenza del beneficio e della restituzione della somma indebitamente percepita per un importo pari a 13mila euro.

Il piano di contrasto al sommerso

L'azione della Fiamme Gialle rientra in un più ampio piano di contrasto al sommerso d'azienda e da lavoro, programmato dal Comando Provinciale di Monza e coordinato dal dipendente gruppo, volto a individuare le più gravi manifestazioni di illegalità poste in essere da enti non commerciali di facciata, che alterano le regole del mercato con forme di concorrenza sleale nei confronti degli operatori economici onesti.

 

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