Il carretto riprende vita grazie agli studenti del Terragni
I ragazzi del corso di restauro del Centro di formazione professionale di Meda hanno restaurato l'opera risalente al 1910.

Un carro agricolo del 1910 ha ripreso vita grazie all’intervento degli studenti del corso di restauro del Centro di formazione professionale «Terragni».
I ragazzi del corso di restauro del Terragni hanno restaurato l'opera
L’opera lignea, originariamente utilizzata a Oggiono (LC) per trasportare il latte, dopo l’intervento di restauro è stata trasferita al Museo Etnografico Alta Brianza di Galbiate, nella frazione di Camporeso, che raccoglie manufatti che testimoniano la cultura e la vita quotidiana delle persone vissute in Brianza e nel Lecchese nei secoli passati. Lo stato conservativo della struttura, costituita principalmente da rovere e abete, «era discreto, specialmente se si considera che era stata lasciata in balia per decenni degli agenti atmosferici», precisa il coordinatore del corso Alberto Busnelli, che quindi illustra l’intervento: « Il legno, diventato spugnoso, è stato sottoposto a un intervento di consolidamento ed è stato riempito a poco a poco con una resina specifica. Le parti mancanti e irrecuperabili sono state colmate con resina e integrazioni in essenza legnosa. Riguardo alla tinta, per conservare ciò che resta della policromatura originale, si è provveduto a stendere come consolidante una pellicola protettiva. Dopo l’intervento sulla parte lignea si è cominciato a intervenire sulle parti in ferro, ricreando sei pezzi mancanti. Per uniformare l’aspetto estetico delle parti nuove con le parti antiche, quelle nuove sono state preventivamente sottoposte a una procedura di invecchiamento. Il ferro nuovo riproduce la forma e le dimensioni del ferro originale, a cui è stato volutamente lasciato il suo naturale aspetto invecchiato. Infine, è stata applicata, sempre a pennello, la finitura a olio per legno».
Grande soddisfazione da parte del coordinatore Busnelli
Esprime soddisfazione per il lavoro svolto dai «suoi» ragazzi: «L’opera ha ritrovato la sua completezza, i rifacimenti strutturali e le integrazioni si distinguono a uno sguardo attento dal corpo originale dell’opera lignea, e può tornare alla sua collocazione originaria, testimonianza di tecnologie e modi di vita conservati nel musei della civiltà contadina».