Il brutto gesto a Lissone

Imbrattata una Pietra d'inciampo: "Un oltraggio miserabile"

Il sampietrino è stato vandalizzato con della vernice nera. Il Comune l'ha fatto subito ripulire

Imbrattata una Pietra d'inciampo: "Un oltraggio miserabile"
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E' stata imbrattata una Pietra d'inciampo a Lissone. Amarezza per il gesto che ha minato la sensibilità di chi fa della memoria una battaglia di civiltà.

Imbrattata la Pietra d'inciampo

Un gesto ignobile e vergognoso. Lo scorso weekend è stata imbrattata e vandalizzata la pietra d’inciampo posizionata in via Padre Giuliani e dedicata alla memoria di Gianfranco De Capitani da Vimercate. Ad accorgersi dell’accaduto, e a segnalarlo alle autorità, il capogruppo del Partito democratico Elio Talarico.

Purtroppo, anche Lissone non è immune da questi atti vergognosi di profanazione delle pietre d'inciampo - ha sottolineato il consigliere dem - Questo miserabile oltraggio è stato compiuto, questa volta, ai danni di Gian Franco De Capitani da Vimercate la cui pietra d'inciampo è stata posata nel 2021 in via Padre Reginaldo Giuliani.

Un gesto davvero vergognoso e commesso quasi certamente da qualcuno che «sa» che cosa rappresenti quel sampietrino in ottone incastonato nell’asfalto.

"Un oltraggio alla memoria"

Un vero e proprio oltraggio con una bomboletta di vernice nera quasi a voler cancellare la memoria di chi in un campo di concentramento ha perso la sua vita.

Me ne sono accorto percorrendo il marciapiede e ho prontamente avvisato la sezione locale dell'Anpi e l'Amministrazione comunale contattando il vicesindaco che ha la delega ai Lavori pubblici affinché si faccia un intervento tempestivo per il ripristino della pietra d'inciampo allo stato originale.

In pochissimo tempo il vicesindaco Oscar Bonafè ha incaricato gli addetti alla pulizia della placca dorata per riportarla allo stato originario e decoroso.

Tutta la nostra comunità si deve indignare e contrastare atti vandalici vili e fascisti come questo. Una pietra annerita sembra voler cancellare la memoria di un passato che va ricordato proprio per fare in modo che non si ripeta più.

Ha concluso Elio Talarico.

Dura la posizione dell'assessore Minotti

Scontata la dura presa di posizione da parte dell’assessore alla Cultura Carolina Minotti che non ha nascosto tutta la sua amarezza e la sua rabbia per l’accaduto.

Questi monumenti sono un simbolo di memoria e riflessione, dedicati alle vittime dell'Olocausto e rappresentano un impegno per non dimenticare le atrocità del passato. Imbrattare una pietra d'inciampo è un attacco vile e spregevole che condanno con forza a nome mio e di tutta l’Amministrazione comunale. L’auspicio è che possano essere individuati al più presto i responsabili affinché tale gesto non resti impunito.

Un brutto gesto che ha minato la sensibilità di chi fa della memoria e il ricordo una battaglia di civiltà.

Chi era Gianfranco De Capitani

Nato il 24 febbraio 1925 a Lissone, proveniva da una famiglia benestante e solidamente antifascista.

Nel 1944, a soli 19 anni, si sarebbe dovuto arruolare ma il 4 marzo venne fermato a un posto di blocco e arrestato come «renitente alla leva». Fu prigioniero prima in Villa Reale a Monza, poi a San Vittore a Milano e infine al campo di transito di Fossoli.

Da lì partì poi per il lager nazista di Mauthausen, dove arrivò l'11 marzo. Inviato ai lavori forzati nel campo di Ebensee, morì di stenti il 5 dicembre 1944 senza aver nemmeno compiuto vent’anni. Nel 2021 davanti alla sua abitazione era stata posta una pietra d’inciampo in memoria del suo estremo sacrificio.

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