In Arengario miti e magie di Lisa Sotilis

Fino al 24 marzo le sculture, i gioielli e le tele di una delle protagoniste più eclettiche della scena artistica internazionale.

In Arengario miti e magie di Lisa Sotilis
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In Arengario i miti e le magie dell'artista greca Lisa Sotilis, fino al 24 marzo.

In Arengario l'artista Lisa Sotilis

E' stata l'assistente storica di De Chirico, ha collaborato con il gioielliere Cartier e ispirato le creazioni di moda di Madame Grès. E' l'artista Lisa Sotilis, scultrice, pittrice e designer greca di fama internazionale, la cui retrospettiva si è aperta venerdì sera nel palazzo dell’Arengario.

Non c’è differenza tra il godimento provato nel contemplare un’opera d’arte e quello legato all’atto erotico. Nel mondo greco, l’eros altri non era che è il principio divino che spinge verso la bellezza. Da qui la chiave per comprendere il personalissimo percorso artistico della greca, che nella città di Teodolinda si esprime in un'esposizione che, senza falsi pudori, può essere considerata fra le più interessanti degli ultimi anni.

Davvero non vi è opera, fra quelle esposte, che non susciti un turbamento emotivo, che non provochi frissons inconsueti. E’ come un sottilissimo gioco di prestigio nel quale il solo posare lo sguardo sui manufatti diviene strumento per attraversare la porta che conduce all’assoluto, inteso per l’appunto come luogo ancestrale dove beltà e sensualità si esprimono nella forma più alta di godimento.

La gioia e il mito greco

In mostra i bronzi come "Adamo ed Eva" o il «San Sebastiano» o la «Metamorfosi di Dafne», e ancora i corpi giunonici e coloratissimi che invadono le tele, così come le geometrie sofisticatissime dei gioielli in oro, platino e pietre preziose in omaggio ai re e alle regine dell’antichità. Che certificano la grande cultura ellenica della quale l’artista si è imbevuta fin da piccola. Un regno ancestrale zeppo di miti e visioni, libero, gioioso.

E che ne giustificano l’appellativo di «enfante prodige» affibiatole a diciotto anni in occasione della sua prima mostra al Museo di Berlino. Oltre che il parterre gremitissimo in occasione dell'inaugurazione, che ha visto pure la presenza di una delegazione di monaci tibetani ospiti della Scuola di Affresco "Andrea Sala", in qualità di maestri (e insegnanti) della "torma", una scultura votiva di antica tradizione tibetana realizzata con burro di yak, farina di orzo e pigmenti naturali.

"La mia più grande forza l'incoscienza"

Nonostante la solida amicizia con  artisti come Ernst, Warhol, Magritte e Dalì (con lei nella scuderia del geniale mercante e mecenate Alexander Iolas), l’esclusiva collaborazione con De Chirico (di cui è stata la storica assistente) e l’esser stata menzionata da Salvatore Quasimodo fra i grandi del ventesimo secolo, Sotilis è ancora oggi una figura unica e impareggiabile. Cui il raffronto con gli altri grandi dell’arte o anche solo il tentare di scovarne una loro qualsivoglia influenza sui suoi lavori è senz’altro fuori luogo.

"La mia più grande forza è l’incoscienza" ha dichiarato lei stessa in esclusiva al Giornale di Monza, lasciando dunque a Pierre Kaloussian, l’ideatore delle mostra, e al curatore Floriano De Santi, il compito di mettere in piedi l’esposizione in Arengario. Senza curarsene troppo. Quasi a non volersi privare del piacere dell’inatteso, conscia che il suo racconto, a prescindere dai tempi e dai luoghi, possiede una "prepotenza" tale da renderlo immortale.

"Sorridevo di continuo, inconsapevolmente immersa in un mondo esotico e colorato - ha chiarito - Era il mio piccolo Eden, e tutto ciò che ho poi creato è sempre stato coerente con quel mondo mitico di bellezza e armonia. E' come un volo che non si è mai interrotto, e che nel tempo mi ha portato a fare esperienze straordinarie". Curiosissimi gli aneddoti circa Quasimodo ("L'ho conosciuto a Brera, il giorno dopo mi ha chiamata alle otto e mezza del mattino per farmi leggere cosa aveva scritto su di me"), quello su Magritte ("Una persona umilissima, quando lo chiamavano maestro si indispettiva perché quel titolo, secondo lui, se lo meritava solo De Chirico") e appunto quelli sul padre della pittura metafisica De Chirico ("I giornalisti gli domandavano spesso del suo amore per i cavalli, e lui sarcastico rispondeva sempre che preferiva gli asinelli e i muli").

Non meno interessante la sequela di illustri personaggi che negli anni hanno frequentato il salotto della sua casa milanese: "Ci sono passati tutti: Giorgio Falck, Anna Bolchini, la signora della finanza, gli Alemagna, i Rizzoli e la mia cara amica Maria Beatrice di Savoia, che mi ha affiancato anche durante la mia prima mostra a New York". Bella, solare, sorridente, grintosa, Sotilis. E nondimeno elegante, con al collo e alle orecchie i suoi monili, e ai piedi gli immancabili tacchi a spillo. Solo per lei, la celebre stilista francese Madame Grès, ha creato dei pezzi unici.

Nella sala espositiva dell'Arengario anche una sua amica con al polso un orologio particolarissimo: sul quadrante c'è il ritratto che le ha fatto Warhol, la ghiera invece l'ha disegnata lei stessa.

"Sono onoratissima, e ringrazio il sindaco Dario Allevi e l'assessore alla Cultura Massimiliano Longo per avermi dato la possibilità di presenziare in un luogo meraviglioso come l'Arengario - ha concluso sorridente - Non appena ho visto l'esposizione, ho ritrovato quella gioia e quell'amore che hanno sempre caratterizzato il mio lavoro".

Una mostra assolutamente da non perdere quella di Lisa Sotilis, che ha ottenuto il patrocinio del Consolato Generale milanese della Repubblica Ellenica e che subito dopo la tappa monzese volerà in Cina. Bella perché espressione di quella tradizione tutta italiana secondo la quale una mostra ha da essere anzitutto il risultato di ricerca e meditazione. E ispirare degli interrogativi.

In questo caso, regalando altresì ai visitatori la possibilità di gustare ciò che altrove non si può gustare. Verosimilmente, un piccolo assaggio di paradiso.

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