In città riecheggiano i nomi dei caduti di Nassiriya
Sentita cerimonia questa mattina, lunedì, in ricordo delle vittime dell’attentato terroristico in Iraq a cui ha preso parte una rappresentanza di studenti delle scuole cittadine
Sentita cerimonia a Seregno in ricordo dei Caduti di Nassiriya alla presenza del sindaco e di una rappresentanza di studenti delle scuole cittadine.
La commemorazione si è svolta ai giardini pubblici di via Carroccio
La commemorazione è andata in scena questa mattina, lunedì, ai giardini pubblici di via Carroccio, dedicati alle vittime dell’attentato terroristico avvenuto nel 2003 in Iraq che costò la vita a 19 persone: 12 carabinieri, 5 militari e 2 civili membri del contingente di pace italiano. E' stata una cerimonia sentita, a cui hanno preso parte rappresentanti delle Forze dell’ordine e delle associazioni d’Arma della città, dai Carabinieri ai Bersaglieri, dagli Autieri agli Alpini. Ma soprattutto c’erano i giovani, studenti del Paci, del Primo Levi e gli alunni della Don Milani che hanno letto i nomi dei 19 caduti sulle note della canzone "Generale" di De Gregori, suonata dagli allievi della scuola media a indirizzo musicale.
Il sindaco: "Cari ragazzi non date i diritti per scontati"
Quello è stato il momento culminante della cerimonia aperta dal sindaco Alberto Rossi e continuata con i discorsi del capitano Daniele Brasi, in rappresentanza della Compagnia dei Carabinieri di Seregno, e del sindaco dei ragazzi. "Cari ragazzi, non date mai per scontati i diritti di cui oggi godiamo e la bellezza che vi circonda perché qualcuno, in passato, ha strenuamente lottato per regalarci un Paese libero e democratico - recita un passo del discorso del primo cittadino - Siate orgogliosi della bandiera dell’Italia, non solo durante gli avvenimenti sportivi. Siate orgogliosi di un Paese che ha costruito un percorso di pace, di libertà, di conquiste democratiche, anche al prezzo del proprio stesso sangue".
Quindi c’è stata la deposizione della corona sulla stele e la preghiera guidata dal prevosto monsignor Bruno Molinari.