Cesano Maderno

In missione per 44 anni in Argentina, addio a fratel Giuseppe Belardo

Aveva 77 anni. Venerdì sera la Messa di suffragio nella parrocchia di Molinello, a cui era molto legato.

In missione per 44 anni in Argentina, addio a fratel Giuseppe Belardo
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E’ morto nell’Argentina per cui ha speso gran parte della sua vita fratel Giuseppe Belardo. Lo scorso 1 gennaio aveva compiuto 77 anni e li aveva festeggiati con la sua grande e bella famiglia a Cesano Maderno, dove dal 1979, anno della sua partenza per il Sudamerica, tornava ogni quattro anni.

In missione per 44 anni in Argentina

Classe 1946, radici in Sicilia, nel messinese, si era trasferito a Molinello di Cesano Maderno con la famiglia negli anni Sessanta. E’ qui che aveva maturato il desiderio della missione che aveva concretizzato entrando nei salesiani. Prima a Trelew, poi a Junin Los Andes e poi ancora a Trelew, in Patagonia, dove si è spento venerdì e dove, per suo espresso volere, è stato sepolto. Sulla bara, per l’ultimo viaggio, il cappello di cuoio da cui non si separava mai e che con la lunga barba era il suo tratto distintivo.

"Un altro mondo è possibile"

Fratel Giuseppe ha dedicato 44 anni della sua vita alla promozione umana e all’evangelizzazione. "Otro mundo es posible", "un altro mondo è possibile", ripeteva con convinzione, camminando accanto agli ultimi e incitando ognuno a fare la sua parte e a lottare contro le ingiustizie e in difesa dei diritti. Tante le iniziative portate avanti negli anni, come la costruzione di una biblioteca di quartiere per contrastare l'abbandono scolastico. "Tutti siamo missionari con il nostro Battesimo" diceva con il sorriso gentile. "Fermarmi qui? Metà della mia vita l’ho trascorsa in Argentina, è là la mia casa" rispondeva a chi, nei suoi soggiorni in Brianza, gli chiedeva se avesse intenzione di restare.

"E' morto dove voleva morire"

"E’ morto dove voleva morire – dice la minore dei suoi sette fratelli, Rosa – L’anno scorso era rientrato in Italia eccezionalmente per il matrimonio di mia figlia e a ottobre, pochi giorni prima di ripartire, aveva avuto un arresto cardiaco. I medici l’avevano strappato alla morte (“Il miracolato”, lo chiamavano) e lui, dopo essersi ripreso, a marzo aveva fatto tutti i controlli ed era ripartito. Felice. Entusiasta. Nulla avrebbe potuto tenerlo lontano dalla sua gente, dalla sua scelta di vita".

La Messa di suffragio

Fortissimo il legame che il salesiano laico aveva intrecciato con il Gruppo missionario di Molinello, sempre al suo fianco con iniziative di raccolta fondi. "Ci mancherà tantissimo - dice Italo Spagnuolo - Per noi tutti è stato un grande testimone del Vangelo". Familiari, parenti, amici e il Gruppo missionario si ritroveranno in preghiera venerdì 23 maggio, alle 21, nella chiesa di San Pio X, per una Messa di suffragio preceduta dalla recita del rosario.

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