Incendio nel bagno del liceo: la preside "striglia" i ragazzi in una lettera

Rimangono ancora ignoti gli studenti che hanno dato fuoco alla carta igienica al liceo Zucchi di Monza

Incendio nel bagno del liceo: la preside "striglia" i ragazzi in una lettera
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Incendio nel bagno del liceo: la preside "striglia" i ragazzi in una lettera

Un gesto tanto assurdo quanto dannoso. Tanto che il dirigente scolastico del Liceo Classico Zucchi di Monza Rosalia Caterina Natalizi Baldi, all’indomani dell’episodio che ha visto alcuni studenti - tuttora ignoti - dare fuoco a un rotolo di carta igienica rendendo necessaria l’evacuazione dell’intero istituto, ha deciso di prendere carta e penna e di scrivere una lettera aperta ai suoi studenti.

I fatti, si diceva, si sono verificati lunedì nel primo pomeriggio (erano da poco passate le 14) quando un gruppo di ragazzi (o di ragazze) ha appiccato il fuoco a uno dei rotoli di carta igienica che si trovava all’interno dei bagni delle donne al secondo piano del prestigioso liceo di piazza Trento e Trieste.

Le fiamme sono state spente direttamente dai docenti, tuttavia l’istituto è stato evacuato, così come previsto dal piano di emergenza. Sul posto sono intervenuti anche i Vigili del fuoco seguiti da una Volante della Polizia di Stato.

La lettera del dirigente scolastico

Un episodio che non ha lasciato indifferente il dirigente scolastico, la professoressa Rosalia Caterina Natalizi Baldi, che ha voluto manifestare la sua amarezza attraverso una lettera scritta di suo pugno.
«A te che hai deciso di dar fuoco a dei rotoli di carta igienica all’interno dei bagni femminili del Liceo - si legge nella missiva circolata a scuola nei giorni immediatamente successivi - Non riesco a immaginare la tua mano in azione. Così come non riesco a capire le ragioni e non so leggere quale istinto, emozione, rabbia, dispetto, sfida ti abbia animato. So però ciò che ne è seguito. Vale a dire un incendio vero e proprio per fortuna, spento dal tempestivo intervento di due docenti. Ma anche l’evacuazione dell'intero liceo, il sopralluogo dei Vigili del fuoco, nonché l’intervento della Polizia».

Una lettera che, sia pur tra tanta amarezza, non rinuncia a concludersi con una nota di speranza. «A voi genitori, a voi docenti, a voi operatori della scuola, ma anche a me stessa dico di non demordere. Di non smettere mai di credere e di insegnare i valori che fanno il vivere civile. Dobbiamo cercare di essere i primi a testimoniare che si può essere diversi e che si può far parlare di sé per la semplicità delle nostre azioni, dei nostri pensieri, del nostro impegno. Riflettiamo con questo nostro figlio, studente, amico, compagno di scuola, e diciamolo che ha sbagliato, che ha davvero esagerato. Ai tuoi genitori, ai tuoi insegnanti, a me stessa chiedo di continuare un coraggioso, quotidiano, sacrale impegno educativo».

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