Inciampa in una buca, ma è lui a venire condannato: "Non posso nemmeno ricorrere in Appello"

Il 67enne monzese si era ferito, spaccandosi naso e denti

Inciampa in una buca, ma è lui a venire condannato: "Non posso nemmeno ricorrere in Appello"
Pubblicato:
Aggiornato:

Inciampa in una buca, ma è lui a venire condannato: "Non posso nemmeno ricorrere in Appello"

Per colpa di una buca sul marciapiede, Maurizio Soldani - 67enne residente in via Canesi, a Monza - si era spaccato naso e denti. A tre anni di distanza dal fatto - come se le ferite non fossero state sufficienti - il monzese è incorso nella più classica delle beffe.

Fare causa al Comune per ottenere un risarcimento ma, alla fine, essere condannato a pagare le spese legali sostenute dalla controparte visto che, come messo nero su bianco nelle motivazioni della sentenza, avrebbe dovuto sapere dell’esistenza dell’insidia (la buca appunto). E non si parla di spiccioli, visto che dovrà tirare fuori, di tasca sua, la bellezza di 5mila 900 euro.

Una cifra che si aggiunge a quanto speso negli anni tra dentisti e visite varie. Una vera e propria stangata, per i coniugi, tanto che, loro malgrado, hanno dovuto rinunciare all’idea di andare avanti con la causa. Troppo elevato il rischio che il secondo grado confermi quanto già stabilito in tribunale a Monza.

«Ricorrere in appello non sarebbe per me sostenibile in termini di costi - ha spiegato amareggiato Soldani - Senza contare che c’è il rischio concreto che le mie istanze vengano respinte, magari dopo anni di udienze, e con spese legali ingenti, senza che il Comune venga sanzionato». E prosegue. «Oltre alla rabbia e alla frustrazione di non aver ottenuto soddisfazione, alle ingenti spese sostenute e che dovrei sostenere in caso di ricorso con anni di attesa, si aggiunge ora la sensazione di impotenza».

Seguici sui nostri canali
Necrologie