Insultare un disabile non è un reato per la Procura
Chiesta l'archiviazione per l'ingegnere che aveva affisso un cartello con insulti a Carugate.
Insultare un disabile non è un reato per la Procura. Aveva parcheggiato nel posto auto riservato e, dopo la multa, si era “vendicato”.
Insultare un disabile va bene secondo la Procura
Per la Procura non è un reato insultare un disabile. E’ stata chiesta l’archiviazione per l’ingegnere, un 40enne di Vimercate, che il 19 agosto 2017, nel parcheggio sotterraneo del centro commerciale Carosello di Carugate, aveva lasciato l’auto in un posto riservato.
La sua reazione aveva suscitato polemiche
Dopo essere stato multato, il giorno seguente, l’uomo era tornato sul posto per affiggere un cartello. “A te handiccappato che ieri hai chiamato i vigili per non fare due metri in più vorrei dirti questo: a me 60 euro non cambiano nulla ma tu rimani sempre un povero handiccappato… sono contento che ti sia capitata questa disgrazia!”, aveva scritto, con tanto di errori ortografici. La vicenda aveva sollevato un vero e proprio polverone.
La denuncia di Ledha
Ledha (Lega per i diritti delle persone con disabilità) aveva presentato una denuncia. “Quelle parole rappresentano una gravissima offesa – aveva detto il vicepresidente, Marco Faini – Siamo di fronte a una violenza verbale gratuita e assolutamente immotivata”. La Procura aveva quindi aperto un fascicolo.
L’archiviazione
Per la Procura non è reato: le offese erano riferite a un disabile rimasto senza nome quindi è stata chiesta l’archiviazione. A deciderlo è stato il pm di Monza Vincenzo Fiorillo a cui nell’agosto del 2017 era arrivato il fascicolo penale per diffamazione aggravata. Ma secondo lui si tratta solo di improperi generici. Il reato di diffamazione, punito con la reclusione da 6 mesi a 3 anni o una multa non inferiore a 516 euro, è costituito “dall’offesa alla reputazione di una persona determinata”, mentre in questo caso sarebbe riferita a una categoria. A decidere sull’archiviazione sarà il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Monza.