"Serviva il ddl Zan"

Insultato e minacciato: il sit-in contro l'omofobia

Un 25enne gridò ripetutamente "fr...o" a un 65enne monzese che denunciò il fatto

Insultato e minacciato: il sit-in contro l'omofobia
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Fu insultato e minacciato sul treno da due giovani che gli urlarono, ripetutamente "sei fr...o". Ieri  giovedì 23 febbraio 2023, in concomitanza con l'udienza (poi slittata all'8 giugno) che vede uno dei due responsabili, un italiano di 25 anni, imputato per tentata estorsione, Brianza Oltre l'Arcobaleno ha organizzato un sit-in a sostegno della vittima, un monzese che di anni ne ha 65.

Il sit-in contro l'omofobia

Gli attivisti dell'associazione Lgbt (che ha sportelli di ascolto nei comuni di Vimercate e Desio, nonché uno presso la sede della Cgil di Monza) si sono ritrovati in piazza Roma, a Monza, accanto all'Arengario alle 17. Accanto a loro anche esponenti dell'Amministrazione comunale, rappresentata dall'assessora alle Pari Opportunità Andreina Fumagalli, ma anche i consiglieri comunali Sarah Brizzolara (Pd) e Stefano Racioppi (LabMonza), l'ex senatore Roberto Rampi che ha ricordato come il momento in cui non passò il ddl Zan (tra applausi e risate) "fu uno dei più tristi che abbia mai vissuto".

"Seve il ddl Zan"

"Il motivo del nostro presidio risiede nella volontà di dare il nostro sostegno alla vittima degli insulti omofobi - ha spiegato il vicepresidente di Boa Oscar Innaurato - Ma anche nel denunciare il fatto che in Italia non esista una norma che preveda l'aggravante omofoba. Se il ddl Zan fosse passato, questo sarebbe stato il primo procedimento in Brianza in cui si sarebbe affrontata la questione dell’aggravante dell’omofobia. Una questione che è purtroppo sempre più presente nella nostra società. Serve un deciso cambiamento culturale".

Il 25enne a processo per tentata estorsione

Le accuse contestate al 25enne (l'unico a finire a processo, visto che il giovane che era insieme a lui al momento dei fatti non è stato identificato), sono quelle di tentata estorsione (per aver cercato di farsi dare 100 euro) e minacce. Nessun accenno agli insulti omofobi.

I fatti nel 2020

I fatti risalgono al 16 dicembre del 2020, quando il monzese 65enne si trovava a Milano. Dovendo rientrare in città, aveva preso il treno che partiva da Garibaldi. Ed è proprio sul convoglio diretto a Monza che aveva incrociato i due giovani che lo avrebbero insultato e minacciato, tentando pure di estorcergli 100 euro.

La testimonianza della vittima

"Ricordo che la carrozza in cui mi trovavo era quasi deserta - ha ricostruito ancora scosso il 65enne - Dopo qualche istante era salito un giovane dal volto noto. Qualche giorno prima lo avevo infatti incrociato in corso Milano, dove aveva cercato di vendermi delle calze. Cosa che aveva tentato di fare anche sul treno".

Gli insulti omofobi

Al diniego del 65enne, l’uomo aveva cominciato a rivolgergli insulti omofobi: "Sei fr..o?", gli aveva urlato, ripetendo poi più volte il medesimo termine. "Ero rimasto impassibile e gli avevo tentato di spiegare che quella era una parola inaccettabile. Avevo poi sottolineato come ritenessi quell’espressione un chiaro insulto sessista. A prescindere dall’orientamento sessuale delle persone, ci sono termini che non vanno in alcun modo utilizzati".

A quel punto era intervenuto anche il complice, che aveva iniziato a ripetere i medesimi epiteti. Ma non solo. "Aveva preso il cellulare dicendomi che avrebbe fatto un video in cui diceva che li avevo molestati. Una chiara menzogna, ovviamente".

Nonostante la situazione estremamente spiacevole che si era venuta a creare, il 65enne era riuscito a mantenere la calma fino all’arrivo del convoglio alla stazione di Monza.

La tentata estorsione

"Avevo fatto per alzarmi, quando loro mi avevano sbarrato la strada, avvicinandosi e mettendosi davanti al sedile sul quale mi trovavo - ha proseguito a ricostruire - Mi avevano intimato che mi avrebbero fatto passare solo se avessi dato loro cento euro. Cosa che mi ero rifiutato di fare. Avevano continuato a bloccarmi il passaggio, fino a che, fortunatamente, non erano comparse delle persone che dovevano raggiungere le uscite. A quel punto i due avevano dovuto desistere".

Il 65enne denunciò il fatto

Una volta sceso dal treno, l’uomo era subito andato a denunciare il fatto alla Polfer. Contestualmente si era anche rivolto a Brianza Oltre l’Arcobaleno per segnalare gli insulti omofobi che si era sentito rivolgere.

"Sono parole inaccettabili"

"Sono parole che feriscono, a prescindere dall’orientamento sessuale. Sono dei veri e propri insulti, termini discriminatori per i quali, tuttavia, l’uomo che andrà a processo non dovrà nemmeno rispondere, visto che il tentativo di equiparare le discriminazioni sul sesso, sul genere e sull’orientamento, a quelle razziste e su base religiosa, è saltato con la mancata approvazione del ddl Zan, affossato nella scorsa legislatura".

 

 

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