Caponago

Insulti al calciatore marocchino

Brutto gesto da parte di alcuni tifosi del Carugate che hanno lanciato sfottò discriminatori contro un giocatore della Fonas

Insulti al calciatore marocchino
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Che alcuni tifosi del Real Carugate siano particolarmente «focosi» nello spronare i propri giocatori sembra essere risaputo. Dopotutto serve anche la spinta dagli spalti (soprattutto nei match in casa) per dare il massimo sul terreno di gioco.

Insulti al calciatore marocchino

Solo che questa volta si è andati oltre l’accettabile, visto anche quanto riportato dall’arbitro nel proprio referto di fine gara. La società giovedì scorso è stata bacchettata dal Giudice sportivo, in base a quanto avvenuto durante la sfida di domenica che l’ha vista fronteggiarsi con il Fonas Caponago al centro sportivo di via del Ginestrino. Incontro valevole per il campionato di Terza Categoria. Un gruppetto di supporter del Real, complice anche una partita difficile terminata con una sconfitta per 3 a 0, se l’è presa a più riprese con un giocatore della squadra avversaria, di origine nordafricana, tampinandolo e accompagnandolo per tutta la durata del match con urla e insulti.

L'ammenda

La Giustizia sportiva ha comminato al Real un’ammenda da 350 euro, non di poco conto per la categoria. Una multa motivata dal «comportamento discriminatorio da parte di alcuni sostenitori nei confronti di un calciatore avversario durante l’intero svolgimento della gara», si legge nel verdetto.

Il presidente Maiolo pronto a dare un passo indietro se il clima non cambia

Un atteggiamento inaccettabile per lo stesso presidente carugatese Domenico Maiolo, che è pronto a fare un passo indietro lasciando l’incarico qualora il clima e il comportamento dei suoi non dovesse cambiare.

«Non ero presente alla partita domenica, ma ho saputo quanto accaduto - ha esordito - Ho preso l’impegno di guidare la società perché il divertimento e la voglia di sport sano devono essere le uniche motivazioni che ci spingono a scendere in campo. Questo clima fatto di insulti, soprattutto se a sfondo discriminatorio e razzistico, non mi appartiene. Parlerò ancora ai ragazzi, come fatto anche nel recente passato: li avevo avvistati, chiedendo loro di confrontarsi con gli amici che li seguono. Per me potrebbero perdere anche tutte le partite, perché come prima cosa viene il rispetto. Se l’atteggiamento non dovesse cambiare, sono pronto non a fare un passo indietro, ma due. Ho dei figli e a loro ogni giorno cerco di trasmettere come prima cosa l’educazione il rispetto».

Gli stessi che Maiolo pretende da tutta la «famiglia» del Real, che in autunno aveva ricevuto un’altra ammenda per l’accensione di alcuni fumogeni durante una partita con la Nuova Frontiera di Bellinzago Lombardo.

Il commento del presidente della Fonas Caponago

Il presidente della Fonas da parte sua ha provato a gettare acqua sul fuoco delle polemiche e riportare l’attenzione sul calcio giocato: «Francamente non credo si sia trattato di razzismo, perché non ho sentito frasi di questo genere - ha commentato Alfonso Verderio - Li definirei più episodi di bullismo nei confronti di un nostro giocatore di origini marocchine, un bravissimo ragazzo tra l’altro, che è stato preso di mira sia dagli spalti con parole non certo di apprezzamento, sia in campo con con qualche fallo di troppo. Gesti assolutamente da condannare, ma conoscendo il nostro tesserato credo che sia rimasto più concentrato su quello che accadeva in campo che non sulle tribune. E forse è meglio così, per non dare troppa soddisfazione a chi con il tifo sano c’entra ben poco».

Che la quantità di sfottò piovuta sia stata ben oltre l’accettabile è certo: «Dal pubblico sono volati tantissimi insulti nel corso della partita, non c’è dubbio - ha proseguito il presidente della società ospite di Caponago - Gli animi erano piuttosto caldi soprattutto tra i sostenitori di casa, tanto è vero che anche io in persona sono dovuto intervenire con un genitore che si stava lasciando andare un po’ troppo anche nei confronti dell’arbitro. Ripeto, non voglio sminuire l’accaduto, ma secondo me non si è trattato di razzismo, anche se di certo non sono state scene educative da vedere. L’agonismo e il furore fanno parte del gioco, così come le lamentele. Del resto anche a me capita di riprendere i nostri tifosi in certe occasioni, ma questa volta si è andati un po’ oltre con le parole».

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