Il killer del tallio: "Non saprete mai come ho fatto a uccidere"
Ha preparato il suo piano diabolico tra le quattro mura della sua camera, dove si era barricato da due anni a questa parte
"Non saprete mai come ho fatto a uccidere", ha detto agli inquirenti Mattia Del Zotto, il killer del tallio. Un piano diabolico, studiato tra le quattro mura della sua camera, nella casa di via Fiume a Nova Milanese, dalla quale non è uscito neppure per andare al funerale dei nonni e della zia paterni e per fare visita in ospedale ai nonni materni. Il 27enne è stato arrestato dai Carabinieri della Compagnia di Desio, che da due mesi stanno indagando sul caso. Sabato mattina previsto l'interrogatorio di garanzia.
Freddo e disinteressato ai rapporti affettivi
Freddo, privo di emozioni e disinteressato a qualsiasi rapporto affettivo, perfino coi parenti. E' inquietante il profilo di Mattia Del Zotto che emerge dalle descrizioni dei suoi stessi famigliari. Un giovane dall'indole schiva, riservata e introversa, che da due anni a questa parte si è chiuso nel suo mondo, fatto di computer, di manie e di una nuova "filosofia di vita" volta all'essenziale. Divorato dalle sue fobie e ossessioni, aveva interrotto i rapporti con i membri della sua famiglia, non andando neanche più a fare visita ai nonni.
Senza lavoro, senza fidanzata e senza amici
Ma la singolarità del suo carattere è emersa soprattutto dalle dichiarazioni dei suoi genitori. Dalle parole della madre, Cristina Palma, si deduce che fino a due anni fa Mattia era un ragazzo come tanti, "lavorava e frequentava assiduamente una palestra". Poi, improvvisamente, ha smesso di allenarsi e ha iniziato a chiudersi in se stesso. Un cambiamento drastico che coincide con la perdita del lavoro: dopo il call center, un mese in un supermercato, un periodo in un'impresa edile di Desio e un altro in un centro commerciale di Paderno Dugnano, ultimamente il 27enne era disoccupato. Niente fidanzata e niente amici, viveva barricato in casa, davanti al computer, sostenendo di essere alla ricerca di qualche collaborazione in Internet.
Il killer del tallio viveva barricato in camera, tra manie e ossessioni
"Da circa due anni abbiamo un rapporto difficoltoso con nostro figlio, è improvvisamente diventato introverso e trascorre gran parte delle sue giornate sempre chiuso nella sua camera. Esce solo per mangiare o per stare qualche secondo in giardino", ha detto la madre agli inquirenti, raccontando anche delle numerose ossessioni del figlio, a partire dal termosifone rigorosamente spento d'inverno e le finestre obbligatoriamente chiuse d'estate, perché sostiene che "con poco si vive". Un comportamento maniacale anche per quanto riguarda l'ordine e la sistemazione degli oggetti: "Dalla camera ha tolto tutto lasciando le cose per lui essenziali, cioè i vestiti e poco altro, ogni volta che termina di utilizzare il computer deve necessariamente riporlo nello stesso posto, deve togliere per forza tutte le prese ogni volta che termina di utilizzare qualcosa di elettrico, non vuole la televisione in camera ed è contrario all'utilizzo del telecomando". E anche nel consumo dei pasti ha assunto un atteggiamento particolare, limitandosi all'essenziale ed eliminando completamente dolci e alcolici. Nonostante abbia la patente, "ha deciso di non guidare più perché non sopporta l'idea di avere un'altra autovettura dietro la sua che possa magari abbagliargli o suonargli con il clacson. Nell'ultimo periodo ha deciso anche di non utilizzare più i mezzi perché a suo dire ci sono persone arroganti e che bestemmiano".
L'affiliazione a una specie di setta religiosa
Ma alle ossessioni maniacali si aggiunge l'affiliazione a una presunta setta religiosa, ispirata al gruppo "Concilio Vaticano II". E' stato lo stesso Mattia Del Zotto, a seguito delle domande insistenti dei genitori, a confessare di non essere più cattolico e di avere intrapreso un percorso di conversione. La madre ha confermato che "sono anni che non entra in una chiesa e ai funerali dei nonni e della zia Patrizia non è neppure venuto". I genitori, preoccupati per i suoi comportamenti, gli avevano proposto di farsi seguire da uno psicologo, "ma Mattia ci diceva che stava bene così e che non ne aveva bisogno". Non ha funzionato nemmeno la strada della cromoterapeuta. Il suo atteggiamento di chiusura e di isolamento da tutto e da tutti ha esasperato il rapporto coi genitori, a tal punto che il padre, Domenico Del Zotto, aveva esternato l'intenzione di mandarlo via di casa, mentre la madre si era opposta a questa soluzione: "Ultimamente ce l'ha con il mondo intero, però non credo sia in grado di fare del male a nessuno".