La droga e la notte in motel, Karine morta due giorni prima del ritrovamento nei boschi

Le indagini sul decesso della ventiseienne rinvenuta senza vita lo scorso 16 febbraio tra Realdino e Agliate a Carate Brianza.

La droga e la notte in motel, Karine morta due giorni prima del ritrovamento nei boschi
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A confermarlo con certezza saranno gli esiti dell’autopsia, ma Karine Cogliati - la 26enne italo brasiliana cresciuta a Cesano Maderno e ritrovata senza vita nei boschi tra Realdino e Agliate nel primo pomeriggio di domenica 16 febbraio - sarebbe morta almeno due giorni prima del rinvenimento del suo cadavere trovato legato in posizione fetale con una felpa sportiva.

L'unico indagato è un pizzaiolo di Carate Brianza

Al momento l’unico indagato in stato di libertà con le accuse di occultamento di cadavere e di morte in conseguenza di altro reato rimane Giuseppe Bernardini, 45 anni, caratese e titolare della pizzeria d’asporto «La Pergamena» di via Enrico Toti. Nell’interrogatorio reso ai Carabinieri l’altra settimana subito dopo la fuga in auto fino a Trieste dove era stato rintracciato, il commerciante caratese aveva ammesso di aver trascorso la notte insieme alla ventiseienne - che in più di un’occasione gli dava una mano in negozio - e di aver consumato insieme a lei della sostanza stupefacente.

Il malore della giovane, da tempo ormai finita nel giro della tossicodipendenza (era stata in cura anche al Sert), sarebbe avvenuto in un motel della zona, dove i due si sarebbero appartati già nella tarda serata di giovedì.

La donna - sul cui corpo non sono stati rinvenuti segni apparenti di morte violenta - nello scenario considerato più probabile, sarebbe andata in overdose, circostanza che ne avrebbe causato quindi il decesso improvviso. Fondamentali saranno, però, gli esiti degli esami tossicologici effettuati nei giorni scorsi all’Istituto di Medicina legale di Milano.

Le indagini

Gli accertamenti mirano anche a capire con certezza chi abbia procurato la droga che (nel caso l’autopsia lo confermasse) potrebbe averla uccisa. Dal motel dove si trovava, Bernardini invece di chiamare i soccorsi avrebbe caricato in auto e spostato il corpo della giovane dopo averne fatto una sorta di fagotto legandolo con una felpa per trascinarlo e abbandonarlo fino alla zona boschiva alle spalle del ristorante «Grotte di Realdino». A segnalare la presenza del corpo senza vita di Karine Cogliati ai Carabinieri è stato un pescatore della zona che domenica mattina aveva raggiunto le sponde del Lambro percorrendo il sentiero che dal posteggio delle risale verso la zona boschiva fino all’argine dell’area di espansione del Lambro.

Il pescatore, rientrando verso l’auto a fine mattinata, aveva notato «un cumulo di vestiti abbandonati tra la boscaglia» che l’hanno convinto prima di rientrare a casa a raggiungere la stazione cittadina dei Carabinieri per segnalarne la presenza. La conferma che si trattasse del cadavere di una donna è arrivata quando i militari hanno raggiunto poco più tardi l’area boschiva rinvenendo il corpo ormai senza vita della ventiseienne poi identificato.

 

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