La “Flotilla” ha attraccato ad Agrate Brianza.
La “Flotilla” ad Agrate grazie alle liste di centrosinistra
Serata partecipata ieri, giovedì 20 novembre, per l’evento organizzato nell’auditorium della Cittadella della cultura dalle liste di maggioranza “Insieme per Agrate”, Partito democratico e “Agrate futura”.
“La Flotilla prosegue”: questo il titolo della serata che ha avuto come ospiti l’europarlamentare di Avs Benedetta Scuderi (collegata da Bruxelles) e il consigliere regionale del Pd, Paolo Romano, entrambi imbarcati sulla “Flotilla” che tra settembre e ottobre scorsi ha cercato di forzare il blocco navale israeliano per portare aiuti a Gaza.
A moderare l’incontro, il giornalista e scrittore Daniele Biella che ha chiesto innanzitutto all’europarlamentare di introdurre il tema della causa israelo-palestinese.

“Molti pensano che tutto sia incominciato il 7 ottobre”
“Ho incominciato a parlare di questa vicenda e del destino del popolo palestinese sin da bambina, a scuola – ha raccontato Scuderi in collegamento – E già allora capivo che sarebbe stato molto complicato risolvere la questione. Questo ci fa pensare da quanto tempo l’occupazione vada avanti. Eppure molti persone pensano che tutto abbia avuto origine il 7 ottobre 2023 (quando il gruppo terroristico di Hamas attaccò il territorio italiano uccidendo 1.200 persone)”.
Una consapevolezza che negli anni, anche grazie alla militanza politica, è cresciuta, e che ha spinto Benedetta Scuderi ad imbarcarsi sulla “Global Sumud Flotilla”.
“Totale violazione dei diritti”
“Siamo saliti su quelle barche – ha proseguito l’europarlamentare – per opporci alla totale violazione dei diritti da parte di Israele. Per provare a rimediare al senso di impotenza, all’incapacità e alla mancanza di volontà delle istituzioni di fare rispettare il diritto internazionale e di fermare un genocidio. La Flotilla è stata l’occasione per agire in prima persona, usando i nostri corpi”.
“Istituzioni europee e Governo italiano silenti, legittimano i criminali”
E poi, su sollecitazione di Biella, la riflessione sul ruolo e sul comportamento delle istituzioni europee.
“Una parte di mondo ha voluto reagire contro crimini di guerra – ha aggiunto Scuderi – E una parte ha lasciato invece che i diritti venisse continuamente violati, con la complicità di molti governi occidentali e il silenzio dell’Europa. Anche rispetto all’azione della Flotilla le istituzioni europee sono state del tutto assenti. Il Governo italiano ha scaricato le responsabilità su di noi, responsabilizzando la vittima e non il carnefice e legittimando i criminali. E la dinamica su Gaza è identica: istituzioni europee e nazionali silenti e Governo italiano che si pronuncia solo contro le sanzioni a Israele”.
“Processare i criminali”
“E ora cosa fare? – ha concluso l’europarlamentare – Interrompere tutti i rapporti con Israele e chiedere che i governanti di quel Paese vengano processati. Mentre per il momento assistiamo solo a una finta tregua che ha silenziato anche la protesta e ha lasciato carta bianca a Israele. Continuare la lotta per il popolo palestinese vuol dire lottare per la libertà e per la giustizia di tutti. Essere antisionisti non vuol dire essere antisemiti. Anzi, chi fa questo accostamento lo fa per bollare chiunque parli del popolo palestinese. La verità è che i governi e buona parte dei popoli occidentali non agiscono anche e soprattutto perché ci sono la comodità e gli interessi: gli accordi economici e commerciali con Israele. E c’è un interesse economico al genocidio. E’ il sistema del capitalismo e neoliberismo sfrenato che passa sopra a tutto. Ora il mio sentimento è la rabbia. Soprattutto perché ci hanno spacciato per pace una tregua finta che ha silenziato tutto. Però ho anche tanta speranza perché abbiamo fatto paura. E spero che la mobilitazione possa ripartire per continuare a incidere contro un sistema che si poggia sugli interessi di pochi schiacciando un popolo”.

L’esperienza sulla “Flotilla”, dall’imbarco all’arresto
A Paolo Romano il compito di raccontare l’esperienza sulla “Flotilla”, dall’imbarco all’arresto.
“Condivido con Benedetta la rabbia, ma anche un profondo senso di colpa collettiva – ha tenuto a sottolineare Romano prima di entrare nel vivo dell’esperienza – Una figura di m… della società italiana che è scesa in piazza solo quando c’erano 59 occidentali a rischio su delle barche. E un senso di disperazione per il futuro dei palestinesi destinati ad essere cancellati”.
Il videomessaggio per i genitori
“Sapevano delle poche possibilità di arrivare a destinazione – ha proseguito – Delle alte possibilità di essere fermati e anche una piccola possibilità di essere ammazzati. E questo bisognava spiegarlo alle mamme, prima di partire. E’ stata una preparazione complessa, compreso dover registrare un videomessaggio da inviare ai genitori in caso di rapimento. E poi il training per non reagire, lo studio del diritto internazionale. La vita di bordo, non facile”.
L’attacco con i droni e l’abbordaggio
Fino al momento dell’attacco con i droni e dell’abbordaggio da parte dell’esercito israeliano.
“Abbordaggio avvenuto in acque internazionali, in totale violazione dei diritti, ricordiamolo – ha proseguito Romano – Le operazioni sono durate ore, eravamo completamente isolati con i fucili puntati contro. In quella fase senza insulti e aggressioni fisiche. Poi, però, al porto, è cambiato tutto. Soprattutto nei confronti di chi non era parlamentare europeo (i parlamentari sono stati rimpatriati)” .
“Umiliati e picchiati, in carcere senza acqua”
“Ci hanno picchiati e lasciati in ginocchio per ore – ha aggiunto il consigliere regionale del Pd – I soldati israeliani erano liberi di farci quello che volevano. Hanno buttato tutti i miei medicinali e miei averi. Un soldato mi portava in giro come se fossi una marionetta ai suoi ordini. E se non li eseguivo, davanti ai suoi commilitoni, mi picchiava. Poi ci hanno trasferito in un carcere di massima sicurezza senza nulla, con acqua non potabile. In alcune celle non funzionava nemmeno il lavandino. Per bere bisognava pescare con le mani l’acqua dal water”.
“Se non ci opponiamo a tutto questo, siamo complici del genocidio”
Infine l’analisi, durissima, su quanto sta accadendo e anche sul comportamento del popolo israeliano.
“Il 64% degli israeliani dice che a Gaza non è stata usata sufficiente violenza – ha concluso Romano – E anche noi siamo complici se consentiamo che chi sta compiendo un genocidio possa continuare a controllare quelle terre e quei popoli. Ma tanto per noi occidentali sono solo arabi, e chissenefrega. Tutti noi abbiano il compito di tenere alta l’attenzione e tornare in piazza”.