Monza

La palestra della scuola media nel nome di Marta

Il ricordo della studentessa morta a soli 15 anni, rimarrà indelebile nei cuori di tutti

La palestra della scuola media nel nome di Marta
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«Amate la vostra vita immensamente». D’ora in poi il messaggio di Marta Roncoroni, scomparsa a dicembre a 15 anni appena compiuti a causa di un’emorragia cerebrale provocata da un tumore che non aveva mai manifestato sintomi, risuonerà anche nella palestrina della scuola media che ha frequentato, la Zucchi di Monza.

La palestra della scuola media nel nome di Marta

Su iniziativa della referente responsabile del Comitato genitori Valentina Tagliabue, sabato - giorno della ormai tradizionale festa di fine anno dell’istituto- è stata svelata la targa che reca la frase diventata ormai un simbolo di speranza pur nel dolore.
Una sorpresa che ha lasciato senza parole i genitori di Marta, Sara Tassetto e Giovanni Roncoroni e il suo fratellino Niccolò: una famiglia straordinaria che pur nella sofferenza più profonda ha trovato la forza per aiutare il reparto di Terapia intensiva Neurochirurgica del San Gerardo in cui la loro Marta è rimasta ricoverata per 40 giorni.

Un momento di grande commozione

Un momento, quello che si è tenuto sabato a mezzogiorno, di grande commozione, cui hanno preso parte anche il sindaco Paolo Pilotto e il vicesindaco Egidio Longoni. Prima dello svelamento della targa, è stato consegnato alla famiglia un assegno a favore dell’associazione che porta il nome di Marta, la cui nascita era stata annunciata dai genitori in occasione dello spettacolo delle Petites Etoiles a lei dedicato che si era tenuto al Manzoni, che ora ha ufficialmente un sito: www.associazionemartaroncoroni.it (e che reca il logo ideato dalle sue compagne di classe più vicine).

L'idea del Comitato genitori

Un’idea, anche quest’ultima, di Tagliabue (che ha voluto ringraziare la dirigente scolastica Iole Rita Latino e lo staff con cui ha lavorato), subito accolta dagli altri genitori della scuola che hanno voluto dimostrare la propria vicinanza alla famiglia Roncoroni. «Conoscevo Marta e ciò che è accaduto ha travolto tutti noi - ha spiegato Tagliabue - Per questo abbiamo deciso di ricordarla, contribuendo anche ad aiutare il San Gerardo con una donazione all’associazione fondata dalla sua famiglia».
Una tragedia che ha profondamente scosso anche i docenti. «Marta ha frequentato la Zucchi per tutti e tre gli anni - ha ricordato il prof Luca Giuffrè - E’ stata una mia studentessa e la ricordo come una ragazza dolcissima, seria che non si perdeva mai d’animo».

C'era anche il sindaco

La targa è stata svelata alle 12 in punto alla presenza del sindaco, degli studenti, dei genitori, ma anche di quelle professoresse che non hanno mai fatto mancare il loro sostegno alla famiglia Roncoroni e che si sono strette intorno a loro in un abbraccio fortissimo. «Sono prof io stesso e ho accompagnato nel loro percorso migliaia di ragazzi - ha affermato il primo cittadino prima di togliere il velo alla targa - E ricordo anche quelle studentesse e quegli studenti il cui percorso è stato interrotto bruscamente. Il ricordo di tutti loro, insieme a quello di Marta, è un seme che genererà una pianta che, a sua volta, darà frutti».

L'abbraccio di tutti alla famiglia

Un regalo immenso per la famiglia di Marta che non è riuscita a trattenere le lacrime davanti a un’attestazione di affetto e vicinanza così forte. «E’ stata una giornata straordinaria - ha detto Giovanni Roncoroni - Abbiamo anche piantato un ulivo nel giardino alla elementare Puecher, la scuola che Marta ha frequentato: ci auguriamo che possa crescere, perché lei non potrà farlo. Nella nostra lingua, ma credo valga per tutte le lingue, non esiste un termine che designi la perdita di un figlio. Spesso non troviamo le parole per dire ciò che è accaduto. Ma Marta per noi sarà sempre quella ragazza sorridente che vediamo nelle foto. Ci piace pensare che tutte le cose che stanno succedendo siano generate da lei».
Un lungo applauso ha accompagnato la cerimonia. Un applauso in cui non sono mancate le lacrime e nemmeno quegli abbracci che ora sono fonte di grande sostegno per la famiglia.

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