Malamovida a Monza

Lanciano bottiglie e spaccano vetri "Abbiamo paura dei ragazzini violenti"

In via Sempione, in Spalto Maddalena e in piazza Garibaldi la Malamovida sta degenerando.

Lanciano bottiglie e spaccano vetri "Abbiamo paura dei ragazzini violenti"
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Situazione difficile a Monza a causa dei vandalismi. In via Sempione, in Spalto Maddalena e in piazza Garibaldi la "Malamovida" sta degenerando.

Lanciano bottiglie e spaccano vetri "Abbiamo paura dei ragazzini violenti"

Già prima dei festeggiamenti per la vittoria degli Europei di Calcio la situazione in centro Monza era più che tesa. Martedì 6 luglio, durante la partita con la Spagna, si erano già visti i primi segnali di follia quando un ragazzino di 17 anni ha preso a calci una vetrina del "The Monkeyz" di via Sempione e l’ha distrutta solo per gioire per il goal segnato dall’Italia.
Il giovane avrebbe poi tentato di darsi alla fuga senza dare spiegazioni del suo gesto, ma la moglie del proprietario del locale è riuscita a notarlo e a fermarlo. Sul posto sono poi arrivati anche i genitori del ragazzo che inaspettatamente hanno preso le difese del giovanissimo e così per i proprietari del locale non c’è stata altra scelta che denunciare l’accaduto alle Forze dell’ordine.

"Succedono cose che non si erano mai viste"

"C’è una situazione generale che sta degenerando, non ci è mai capitato di avere paura di quello che avrebbero potuto fare i ragazzini e a Monza ormai è così dappertutto, qui in via Sempione, ma anche in piazza Garibaldi o in centro. Succedono cose che non si erano mai viste: prima la situazione era tranquilla, ora rischi una bottigliata in testa senza motivo - spiega la barista Claudia Bonanomi - Un nostro giovanissimo cliente è stato rincorso con la fidanzata da un gruppetto di coetanei che gli hanno lanciato contro una bottiglia di vetro e tutto senza apparente motivo. Per fortuna i due sono riusciti a correre più veloci e sono scappati. Ma parliamo di bravi ragazzi che il giorno dopo avrebbero dovuto studiare e che ora devono aver paura ad uscire la sera".

Allevi "Molti cittadini hanno esultato in modo civile, altri no"

Insomma, il dopo lockdown ha inevitabilmente esasperato gli animi a Monza e quello che è poi prevedibilmente successo domenica sera ne è stato la conseguenza. Il sindaco Dario Allevi, dal canto suo, aveva provato a evitare gli assembramenti, sia per questioni di ordine pubblico che per prevenzione Covid e aveva scelto di non installare il maxischermo in piazza. Una scelta controcorrente rispetto a quella dei colleghi dei paesi vicini, ma che purtroppo non ha evitato il marasma.

"Siamo stati criticati, ma era fondamentale non creare assembramenti. Ci sono stati inevitabilmente da Bolzano a Trapani: le persone si sono riversate in piazza. Speriamo di non pagare poi con i contagi quello che è accaduto, ma del resto era impossibile fermare questa euforia. C'era voglia di festeggiare e lo capiamo. Diciamo che molti cittadini hanno esultato in modo civile e altri no. Ringraziamo gli operatori ecologici: sembrava fossero passati gli unni, ma il giorno dopo la città era pulita".

Zero feriti durante i festeggiamenti

Anche la Questura che era in allerta massima già da inizio settimana ha potuto emanare un bollettino con zero feriti: nessuna rissa e nessuna aggressione grave si è consumata a Monza durante i festeggiamenti. A dir poco esasperati, invece sono ovviamente, i residenti di Spalto Maddalena e piazza Garibaldi. Qui, non più tardi di mercoledì mattina già si vedevano i segni della follia delle semifinali con una serie di vandalismi in zona Ponte dei Leoni. In via Gerardo dei Tintori è stato vandalizzato un albero, mentre il pannello informativo del Comune in via Vittorio Emanuele è stato completamente distrutto.

Il commento del sociologo

"Questi genitori che giustificano i figli qualsiasi cosa facciano li vedo tutti i giorni e purtroppo noto che le figure genitoriali stanno sparendo perché temono di dire dei no ai loro figli, perché i ragazzi hanno sofferto e sentono che in qualche modo devono risarcirli, ma questo è sbagliato e non si fa il loro bene".
E a dirlo è uno come Paolo Crepet che fin da subito si era scagliato contro la Dad e che aveva avvertito sull’onda lunga che il lockdown avrebbe scatenato sui ragazzi. Eppure il sociologo, psichiatra ed educatore non ha dubbi su una cosa: "Vanno posti dei limiti".

"Il meccanismo è antico: si assiste a un imbarbarimento dell’educazione e di questo ne parlo da 25 anni: è stato il benessere economico a fare da spartiacque. A quel punto i genitori hanno pensato che bastassero libertà e quattro soldi per crescere i figli, improvvisamente la meritocrazia non è più esistita, sono sorti istituti privati che ti danni il diploma (basta pagare) altro che il 18 politico del 68!", riepiloga Crepet.

Con il Covid la situazione è peggiorata

Poi è arrivato il Covid e la situazione è pure peggiorata. Ne ha parlato a lungo nel volume «Oltre la tempesta», edito da Mondadori e uscito a maggio. "Di fronte alla pandemia è scoppiato il caos. Quando l’autorevolezza era dello Stato che ha detto dei no, i giovani che non li avevano mai sentiti dai genitori sono impazziti. E la situazione è andata fuori controllo - spiega Crepet al Giornale di Monza - C’è quest’idea assurda che i giovani vanno risarciti di quello che hanno patito per il lockdown e così tutti liberi, vanno nei posti senza distanze nè mascherina, Rave party e via. Una situazione imbarazzante".

Genitori che giustificano e non puniscono

A Monza la voglia di libertà è diventata anche violenza incontrollata, vandalismi. Coi genitori che giustificano e non puniscono (come è capitato nella storia che abbiamo appena raccontato).
"Ci vorrebbero genitori capaci di dire: “Hai rotto qualcosa e ora fai il cameriere e la ripaghi. Ma di padri così non ce ne sono molti ormai. Eppure non si accorgono che con il permissivismo si condannano a morte: un domani si ritroveranno trentenne senza cultura che non troveranno lavoro e vanno mantenuti. Ma mi sembra che la gente sia diventata scema nell’abbondanza dei social".

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