Tribunale del Riesame

L'area del Parco resta sotto sequestro

Niente FanZone nell'anno del centenario dell'Autodromo

L'area del Parco resta sotto sequestro
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Niente da fare. I sigilli, al Parco, restano.

L'area del Parco resta sotto sequestro

Ieri, giovedì 1 settembre 2022, il Tribunale del Riesame di Monza ha confermato il sequestro del prato del Roccolo, l'area adiacente la pista sulla quale gli organizzatori avrebbero voluto realizzare la maxi FanZone con campi da padel provvisori e palchi per i dj set (senza però la ruota panoramica da 32 metri sulla quale la soprintendenza ha messo fin da subito il veto).

Un gran pasticcio

Un progetto, quello della FanZone, pensato per il centenario dell’Autodromo, ma che fin da subito aveva assunto i contorni di un gran pasticcio.

A inizio agosto il cantiere, spuntato all’improvviso, aveva destato lo sconcerto di molti monzesi che, stupefatti, si chiedevano cosa stesse accadendo. Il primo a far emergere il caso era stato Matteo Barattieri - il noto ambientalista e membro del Comitato Parco deceduto la scorsa settimana in un terribile incidente negli Stati Uniti - che aveva chiesto numi in merito.

Il padel e la ruota panoramica

Dal Comune avevano annunciato che sarebbero partite le verifiche. Nel frattempo (e siamo all’11 agosto), a svelare il mistero, erano stati gli stessi organizzatori che, con un roboante comunicato, avevano annunciato la realizzazione della FanZone in occasione della tre giorni del Gran Premio, con tanto di "ruota panoramica che si staglierà al centro del prato e dalla quale i tifosi godranno di una eccezionale e insolita vista sul circuito e dove sarà possibile seguire le monoposto da 32 metri di altezza".

La soprintendenza e la Procura

A smorzare i toni ci avrebbero pensato di lì a poco sia la soprintendenza (che avrebbe bocciato senza appello l’installazione della ruota panoramica), che la Procura che avrebbe messo i sigilli all’area.

Sias, infatti, non aveva inviato tutta la documentazione necessaria agli enti preposti, Comune in primis che quindi con un’ordinanza dirigenziale aveva sospeso i lavori già iniziati. Di qui i sigilli della Procura. Nemmeno l’invio agli uffici di piazza Trento e Trieste della documentazione mancante è servito a far ripartire celermente i lavori come speravano da Sias.

La decisione dei giudici

Anche perché la decisione spettava ai giudici. Una decisione che si è fatta attendere e che è arrivata ieri, quando è stata respinta l’istanza di dissequestro presentata da Sias. E così tutto resta fermo.

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