Lavoro nero: datori nei guai, maxi sanzioni e quattro attività sospese
Il Comando provinciale della Guardia di finanza ha intensificato i monitoraggi per il contrasto del sommerso di tutta la Brianza
Lotta al lavoro nero: prosegue il piano di controlli del Comando provinciale della Guardia di Finanza di Monza che ha scoperto un giro di sfruttamento che ha coinvolto commercianti e imprenditori di Monza, Lissone, Vimercate, Cornate d’Adda, Bernareggio, Cesano Maderno, Nova Milanese, Bovisio Masciago e Ceriano Laghetto.
Lavoro nero, l'operazione delle Fiamme gialle
Le attività di polizia economico-finanziaria, da tempo avviate ai fini del contrasto del sommerso da lavoro, hanno individuato dopo i diciotto scoperti ad inizio anno ulteriori 21 lavoratori impiegati “in nero” in aziende e attività commerciali di tutta la Provincia.
Il rafforzamento della presenza ispettiva - originata sia dalla valorizzazione dell’attività di intelligence in materia di controllo economico del territorio sia di segnalazioni - si è concentrato sulla posizione di alcuni datori di lavoro preliminarmente individuati sulla base di specifici alert sintomatici.
I controlli, infatti, erano scaturiti dopo l'accertamento di possibili illiceità nell’impiego con ricadute sulla salvaguardia dell’occupazione e la sicurezza dei lavoratori, con un’azione capillare delle pattuglie puntualmente dispiegate su tutto il territorio provinciale, privilegiando i luoghi di attrazione serali e notturni dei weekend.
Multe da 1.800 a 78mila euro
Variano da 1.800 ad oltre 78mila euro le sanzioni comminate in esito agli interventi ed accesi ispettivi svolti, su tutto il territorio provinciale, dai Finanzieri del Gruppo di Monza e delle Compagnie di Seregno e Seveso.
Sono stati sorpresi 21 lavoratori (di cui 13 di nazionalità italiana, due marocchini, due pakistani, due albanesi, un peruviano ed un cittadina ucraina) intenti a prestare la propria opera presso esercizi commerciali brianzoli (un rinomato ristorante sushi del capoluogo, un salone di bellezza monzese, un’officina di Lissone, un distributore stradale di carburante a Vimercate, un locale notturno di Cornate d’Adda, una pizzeria di Bernareggio, una panetteria di Cesano Maderno, una pizzeria di Nova Milanese, un ristorante di Bovisio Masciago, una pizzeria d’asporto di Ceriano Laghetto) in assenza di una regolare assunzione.
A seguito dei successivi e più approfonditi accertamenti - esperiti trasversalmente anche al fine di riscontrare la correttezza degli adempimenti incombenti in capo al “datore di lavoro” - sono quattro gli esercizi commerciali per i quali è stata richiesta al competente Ispettorato territoriale del lavoro il provvedimento di sospensione dell’attività e 10 i datori di lavoro verbalizzati per mancata comunicazione di instaurazione del rapporto di lavoro, di cui uno altresì sanzionato per mancata effettuazione di ritenute fiscali.
Anche due espulsioni
Tra i lavoratori in nero scoperti, le Fiamme gialle monzesi hanno individuato anche un dipendente albanese ed un autista peruviano privi dei documenti validi per il soggiorno sul territorio italiano.
Entrambi sono stati accompagnati in Questura ai fini dell’esecuzione del provvedimento di espulsione e anche denunciato dalla Procura di Monza, per sfruttamento dell’immigrazione clandestina, i rispettivi datori di lavoro.
Controllati mercati e fiere
Nell’ambito del controllo i finanzieri, oltre ad individuare un altro clandestino, di origini egiziane, inottemperante all'ordine di lasciare il territorio nazionale disposto dalla Questura nel settembre 2019, hanno anche svolto altri controlli in occasione dei mercati settimanali di paese o rionali (a Monza, Desio, Verano Brianza, Seregno, Lissone, Nova Milanese, Macherio e Renate), di fiere (patronale di Santa Valeria a Seregno e Calendimaggio a Seveso).
In questa occasione sono stati verbalizzati oltre 80 commercianti, per lo più ambulanti, per mancata o non tempestiva memorizzazione elettronica e trasmissione telematica dei dati dei corrispettivi di vendita, oppure per omessa verificazione periodica biennale del registratore telematico.
Lotta al lavoro sommerso
L’azione di servizio del Comando provinciale della Guardia di finanza rientra in un più ampio piano di contrasto al sommerso da lavoro e all’immigrazione clandestina.
L'obiettivo è concorrere al mantenimento dell’ordine e della sicurezza pubblica sia ad individuare le più gravi manifestazioni di illegalità collegate allo sfruttamento di manodopera che, oltre ad alterare le regole del mercato con forme di concorrenza sleale nei confronti degli operatori economici onesti, rappresenta principalmente una grave forma di prevaricazione dei diritti dei lavoratori stessi ai quali non vengono riconosciute sia le tutele previdenziali e contributive previste per legge sia le garanzie in tema di infortuni sul lavoro.
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