Lavoro nero nella ristorazione: rete smantellata dalla Guardia di Finanza VIDEO
Coinvolti 250 lavoratori. Comminate sanzioni amministrative per oltre 500mila euro.
Lavoro nero nella ristorazione: rete smantellata dalla Guardia di Finanza. Coinvolti 250 lavoratori. Comminate sanzioni amministrative per oltre 500mila euro.
Lavoro nero nella ristorazione
“Master black”, questo il nome dell’operazione presentata questa mattina a Brescia. E’ stata smantellata una rete di 250 lavoratori in nero impiegati nel settore della ristorazione e dell’organizzazione di eventi. Alcuni percepivano anche l’indennità della disoccupazione.
Le indagini
Le attività di controllo a largo raggio sono state eseguite dalla Guardia di finanza di Brescia insieme all’Ispettorato Territoriale del Lavoro, Inps e Inail a carico di una associazione di promozione sociale dedita all’illecita somministrazione di lavoratori non regolarmente assunti dalla stessa associazione. I tesserati sono stati utilizzati nelle mansioni proprie del settore dei servizi della ristorazione/catering e dell’organizzazione di eventi, anche in ambito internazionale, presso 22 attività imprenditoriali di ristorazione dislocate nel Bresciano e in diverse province del Nord Italia.
Denunciati 13 percettori di disoccupazione
Inoltre, tra i lavoratori in nero scoperti sono stati denunciati all’Autorità Giudiziaria ben 13 percettori dell’indennità di disoccupazione che, essendo stati assunti in nero e senza aver preventivamente comunicato le prestazioni di attività lavorativa all’Inps, hanno continuato a percepire indebitamente l’assegno con conseguente danno al bilancio degli Enti previdenziali e assistenziali.
Le contestazioni, l’evasione fiscale e le multe
All’associazione sono stati contestati sia l’utilizzo di lavoratori in nero sia l’illecita somministrazione di manodopera, con l’irrogazione di sanzioni amministrative per oltre 500.000 euro e l’evasione dei contributi previdenziali, assistenziali e assicurativi complessivamente dovuti per oltre 80.000 euro, con l’irrogazione di sanzioni civili per 30.000 euro. Alle aziende utilizzatrici sono state contestate sanzioni amministrative per più di 50.000 euro e l’addebito della relativa contribuzione non versata dall’associazione. Sotto il profilo tributario, è stata ricostruita un’evasione fiscale sui profitti conseguiti per circa 300.000 euro con il disconoscimento della natura non commerciale dell’associazione e l’accertamento dell’indebita compensazione delle somme dovute a titolo di imposta sul valore aggiunto mediante l’utilizzo di crediti inesistenti per oltre 20.000 euro. L’operazione, da annoverarsi nel quadro degli ormai consolidati Protocolli d’Intesa stipulati a livello nazionale, è soltanto una delle attività in corso e quotidianamente svolte a tutela del laborioso sistema economico bresciano e dei lavoratori.