Legambiente: "messa al bando immediata dei diesel euro3 per evitare emergenze inquinamento"

La richiesta di Legambiente di questa mattina, in occasione del "tavolo aria" in Regione con i Comuni lombardi

Legambiente: "messa al bando immediata dei diesel euro3 per evitare emergenze inquinamento"
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Legambiente: "messa al bando immediata dei diesel euro3 per evitare emergenze inquinamento"

Evitare l'emergenza inquinamento

Legambiente riconosce lo sforzo fatto dalle Regioni che si sono accordate per procedere concretamente al contrasto all’inquinamento dell’aria, ma le azioni messe in campo partiranno dal 2018, lasciando che un'altra emergenza inquinamento possa profilarsi all'orizzonte. È di questa mattina la convocazione di Comuni e parti sociali da parte dell'Assessore all'Ambiente della Regione Lombardia Claudia Maria Terzi per la cabina di regia sui nuovi interventi in vigore da ottobre ad aprile, provvedimenti che, come previsto dall’accordo firmato il 9 giugno scorso, devono essere concertati tra le quattro regioni della Pianura padana (Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna) e il Ministero per l'Ambiente. La fine dei motori diesel si avvicina anche per l'Italia, ma a rilento, dopo l'annuncio del governo francese (2040), di quello olandese (2035) e delle grandi città del mondo, come New York, Londra e Parigi (addirittura per il 2025). Secondo quanto previsto dal regolamento, infatti, scatterà solo nell’ottobre 2018 il blocco semestrale degli Euro 3 diesel e a distanza di due anni, nel 2020, il blocco degli Euro 4. Nel 2025 lo scaglione successivo: gli Euro 5. Non è previsto nulla, invece, sulla messa al bando totale degli Euro3, come invece in altri Stati europei. Si tratta di ben 450mila autovetture e furgoni in tutta la Lombardia, che hanno ormai tra gli 11 e i 17 anni, inquinanti e non dotati dei dispositivi di sicurezza delle auto più moderne.

Il presidente di Legambiente Lombardia

"È un regalo inutile ai petrolieri e un danno ai nostri polmoni! – dichiara Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia – Forse, chi governa la Lombardia, vuole evitare di perdere i voti di una minoranza di proprietari di vecchi diesel. Proprio a causa di questi ritardi nelle politiche antinquinamento, però, i cittadini italiani rischiano di dover pagare la multa milionaria all'Europa per i superamenti dei limiti di polveri sottili nell'aria ammessi dalla direttiva comunitaria. Il tempo delle attese è finito, ma il prossimo inverno non ci sarà alcun miglioramento nel contrasto all’inquinamento. Sarebbe stato utile, invece, che la Regione avesse giocato d'anticipo introducendo fin da subito gli stessi obblighi e gli stessi divieti previsti a partire dal 2018".

C'è anche un'app per intensificare i controlli

In assenza di disposizioni funzionali alla riduzione dell’inquinamento dell’aria, diventa doveroso intensificare i controlli. Basterebbe che tutti i corpi di polizia urbana dei comuni avessero accesso all’uso gratuito di un’applicazione, per altro già pronta e funzionante, che dal numero di targa risalga alla classe di inquinamento (“Euro”), ma che al momento il Ministero dei Trasporti ha reso a pagamento. Inoltre si potrebbe facilmente impiegare per il controllo dei veicoli le telecamere presenti lungo le strade per il controllo della velocità, dei passaggi col rosso, degli accessi alle ztl o quelle dei varchi delle autostrade e dei parcheggi, come già succede per le telecamere dei varchi dell'AreaC in uso del Comune di Milano. Una richiesta di utilizzo che Regione Lombardia ha già avanzato al Ministero, ma che è rimasta disattesa.

"Servono più risorse"

L’accordo prevede un fondo anche per la rottamazione, ma non è lo strumento più idoneo per affrontare il problema della circolazione dei veicoli più inquinanti – conclude Meggetto – Vista l’esiguità delle risorse messe in campo dalla Regione, forse sarebbe più opportuno incentivare la migrazione verso l'elettrico delle flotte di veicoli leggeri (taxi, servizi di car sharing, furgoni di consegna, servizi comunali di prossimità) e verso l'uso di biometano per il trasporto merci pesanti, i treno non elettrificati, la navigazione lacuale e gli autobus.

Sulla vicenda anche il Pd in Regione

"Il Tavolo sull’aria con gli amministratori lombardi è un primo importante passo, ma non basta. Perché Regione Lombardia è in ritardo e perché si possono prendere molti altri provvedimenti, che dovevano già essere applicati. È la sintesi del pensiero del Gruppo regionale del Pd al termine dell’incontro, tenutosi stamattina a Palazzo Pirelli, a Milano, sul tema dell’inquinamento".

"Un primo passo ma non è abbastanza"

"Regione Lombardia ci deve mettere la testa e decidersi a fare da cabina di regia, per quanto riguarda gli interventi da attuare all’interno dei suoi confini. Invece, demanda tutto agli amministratori locali, che è un modo per scaricare sui Comuni le responsabilità delle loro scelte. E in questo modo poi i provvedimenti vengono applicati a macchia di leopardo. Così è inutile”, commentano Giuseppe Villani e Laura Barzaghi, consiglieri regionali del Pd, capogruppo e componente della VI Commissione Ambiente. Non solo: per il Pd è “fondamentale e imprescindibile che la Regione ci metta pure i soldi: deve stanziare ricche risorse per incentivare sia il privato cittadino che l’impresa a sostituire il parco auto e a fare interventi sui sistemi di riscaldamento. E non accettiamo scuse del tipo che i soldi sono finiti: piuttosto che metterli in altri capitoli o buttarli in inutili referendum, possono essere impiegati per gli incentivi e gli interventi antinquinamento”, aggiungono Villani e Barzaghi.

Le prime proposte del Pd

"Meno tasse a chi riduce l’inquinamento. Nel concreto, chi compra un ibrido non paga il bollo. Maggiori trasferimenti ai Comuni che riducono la quantità di rifiuti prodotta pro-capite. Le aziende virtuose premiate con la riduzione della quota regionale Irap e meno controlli ambientali. I due consiglieri ricordano che “la Lombardia è la regione più popolosa d’Italia, con i suoi oltre 10milioni di abitanti; è quella con più imprese (886mila nel 2011) e soprattutto con più imprese a rischio di incidente rilevante (286 nel 2010); ha 5 siti contaminati di interesse nazionale, 840 siti contaminati, 800 potenzialmente contaminati e 1888 bonificati al 2016; ha il più alto numero di Comuni con rischio idrogeologico elevato e molto elevato (687 nel 2006)”. Per Villani e Barzaghi “è il momento di prendere decisioni drastiche: i dati epidemiologici sulla mortalità evitabile evidenziano una situazione mediamente peggiore che nelle altre regioni italiane e rispetto a tutto il resto del Paese. L’inquinamento è una delle principali cause correlate”.

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