Lettera di un detenuto monzese all'arcivescovo Mario Delpini
Le sue parole sono state pubblicate sull'informatore parrocchiale della parrocchia Santi Giacomo e Donato

Lettera di un detenuto monzese all'arcivescovo Mario Delpini
Parole toccanti
L'uomo, un detenuto nella casa circondariale Sanquirico di Monza ha voluto scrivere qualche riga all'arcivescovo Mario Delpini. Ora, al termine della visita di Delpini alle varie comunità pastorali monzesi, quelle parole sono state pubblicate sull'informatore parrocchiale della parrocchia Santi Giacomo e Donato: "Il nostro Arcivescovo aveva già visitato la nostra Comunità Pastorale domenica 13 agosto, quando si è recato in carcere per celebrare una delle messe. Al termine della messa, un detenuto (un nostro parrocchiano, dal momento che il carcere si trova nel territorio della parrocchia Santi Giacomo e Donato) ha salutato il nostro Arcivescovo con queste parole toccanti e coinvolgenti. E’stato questo il nostro primo saluto “ufficiale” al nuovo Vicario e ... forse non ci poteva essere saluto ed augurio migliore, che, sono certo, tutti condividiamo dal profondo del nostro cuore".
Ecco la lettera integrale
"Eccellenza, al termine di questa Messa vogliamo ringraziarla per essere venuto a celebrarla, scegliendo di passare con noi la Domenica mattina. Ieri, il nostro don Augusto, annunciandoci che lei sarebbe stato qui oggi, ci ha spiegato che lei sta usando le settimane che mancano all’ingresso ufficiale in Diocesi visitando luoghi, parrocchie, comunità così da conoscere meglio e da vicino il gregge di cui sta per diventare Pastore. E’ una splendida iniziativa proprio perché, ci diceva, che lei non va in giro per tenere conferenze, per dibattere, per confrontarsi. La cosa che lei fa e chiede di fare, là dove incontra le persone, è fermarsi a pregare insieme. Siamo felici che sia potuto venire a sostare con noi per questa preghiera. Noi siamo senz’altro una parte particolare del suo gregge... qualcuno potrebbe dire che siamo un po’ le pecore nere... o pecore smarrite. Ma proprio per questo siamo contenti che lei ci sia per pregare, per spezzare il pane insieme, per benedire il nostro cammino.. Perché il fatto è, Mons. Delpini, che qui ci sono tante storie complicate, tanti percorsi che si sono contorti lungo la via, ci sono incidenti e cadute, ci sono colpe e ingiustizie. In molti, forse vale per tutti, portiamo carichi grevi che talvolta impediscono di guardare avanti. Se ci fossimo stati noi sul lago, come abbiamo sentito nella lettura del Vangelo di poco fa (cfr Mt 14, 22-33), saremmo di certo affondati: troppo pesanti. Quel giorno Gesù si fece avanti, si chinò e diede la mano a Pietro che non ce la faceva da solo. Ecco: le chiediamo proprio questo: “Sia per noi quella mano da ora in poi”. Parli al Signore di noi, ci tenga presenti, ci accompagni, in qualche modo, durante gli anni in cui sarà l’Arcivescovo. Ci aiuti insomma a portare il peso e a ritrovare la via. Noi le promettiamo il contraccambio: pregheremo per lei e per il suo compito non facile, come sappiamo farlo. Magari in modi poco ortodossi, ma di cuore. Grazie per questo momento. L’incontro di oggi sarà un inizio, l’inizio di una piccola storia tra il Pastore e una fetta del suo gregge. Grazie ancora, e buon lavoro. Un detenuto".