Licenziamenti Canali, i sindaci fanno quadrato

Lunedì 27 novembre alle 21 in sala consigliare a Carate Brianza una riunione per fare il punto sulla vertenza aperta lo scorso ottobre.

Licenziamenti Canali, i sindaci fanno quadrato
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Licenziamenti Canali, i sindaci fanno quadrato.

Licenziamenti Canali: riunione a Carate Brianza

Un incontro congiunto con i sindaci dei comuni di Carate Brianza, Triuggio e Sovico. Sul tavolo il futuro della divisione Eraclon della ditta Canali a Carate dopo l'annuncio del licenziamento collettivo di 134 dipendenti. 

Lunedì 27 novembre i consigli comunali riuniti in assemblea

Lunedì 27 novembre alle 21 in sala consigliare a Carate Brianza i sindaci Francesco Paoletti, Piero Cicardi e Alfredo Colombo si riuniranno insieme ai consiglieri per fare il punto sulla vertenza aperta lo scorso ottobre. All'incontro sono stati invitati anche i rappresentanti di AssoLombarda, quelli provinciali di Afol (l'agenzia per la formazione, l'orientamento e il lavoro) e le rappresentanti sindacali della azienda di moda.

Una presa di posizione forte anche a livello locale dopo i percorsi in Regione Lombardia e al Ministero dello Sviluppo economico. Per chiedere al gruppo con sede a Sovico un passo indietro rispetto ai licenziamenti per poter iniziare un confronto per gestire i problemi del sito insieme anche alle istituzioni locali e centrali.

Calo dei volumi e della domanda

La Canali ha dichiarato che la decisione aziendale di chiudere il sito di Carate Brianza è stata determinata dal forte calo dei volumi e della domanda sul mercato nazionale ed internazionale. Una situazione che ha causato un ridimensionamento della produzione in tutti i siti del Gruppo. Sottolineando che gli altri siti del Gruppo lavorano al di sotto della capacità produttiva e stanno attualmente facendo uso di ammortizzatori sociali.

"Resta incomprensibile - ha dichiarato il sindaco Francesco Paoletti - la decisione di chiudere un sito di importanza storica che ha contribuito a creare e a rendere famoso uno dei marchi di eccellenza del Made in Italy, senza prendere in considerazione altre eventuali soluzioni per affrontare le difficoltà congiunturali"

 

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