Il saluto

L'ultimo saluto al bambino morto nell'incidente stradale

Manifestazione a Monza in ricordo del piccolo

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L'ultimo saluto per il bambino di undici anni morto in un incidente stradale giovedì 27 aprile, racchiude tutto il dolore di chi lo ha conosciuto. Lo chiamavano Andrea i suoi amici e compagni di squadra, giocava a basket, all’Eureka. La piazza della chiesa adiacente al centro civico Regina Pacis San Donato è piena di persone: conoscenti, amici e chi si è sentito toccato da questa vicenda nel profondo. 

Le parole ed il silenzio

 

Il silenzio pesa i secondi, che nell’attesa che inizi la manifestazione, diventano infinitamente lunghi. L’associazione Fiab MonzaInBici ha organizzato il tutto avvisando nel miglior modo possibile. La risposta della cittadinanza è incredibile, mossa in piazza da un avvenimento che ha davvero scosso tutti. 

 

Massimo Benetti, consigliere dell’associazione, ha tenuto a sottolineare l’importanza di creare delle strade che siano a misura di persona. Per questo MonzaInBici si muove da tempo per richiedere la famosa “Zona 30”. «Sarebbe un passo importante - dice prima che il corteo si incammini - dobbiamo tutelare gli utenti deboli della strada. Se le macchine viaggiassero ad una velocità ridotta queste tragedie non accadrebbero più».

 

Il saluto degli amici

 

Per Andrea il saluto è stato un continuo scorrere di lacrime, anche il cielo ha indossato il suo abito più scuro, coprendo le teste dei presenti con il colore plumbeo delle sue nuvole. I più scossi da tutto l’accaduto sono i suoi amici, i quali ancora non credono a quello che è successo. Invitati a parlare di Andrea qualcuno di loro si è fatto coraggio, ma le parole si sono spente nel dolore, diventando quasi impercettibili. 

 

I numeri che hanno caratterizzato questo pomeriggio di fine aprile sono stati il 115 ed il 189, rispettivamente i civici di partenza ed arrivo del corteo. Al numero 189 di via Buonarroti Andrea, abitava con la sua famiglia, che alla manifestazione è presente, ma nascosta. L’ultimo saluto arriva dagli amici, ed è fatto di fiori e qualche cartellone, il brivido finale lo dà il grido dei suoi compagni di squadra: «uno, due, tre, Andrea!».

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