Maestra monzese in carcere in Ungheria, l'appello del padre
La 39enne Ilaria Salis ha studiato al liceo Zucchi dove tanti la ricordano ed era vicina al Foa Boccaccio. Il sindaco di Monza era il suo professore
Rischia sedici anni di carcere per aver aggredito due uomini e ora si trova detenuta in un carcere in Ungheria in condizioni che il padre non ha esitato a condannare. Monza si sta iniziando a mobilitare per Ilaria Salis, che in molti ricordano per gli anni in cui ha studiato al liceo Zucchi, prima di avvicinarsi al centro sociale Foa Boccaccio.
La mobilitazione della Cucchi
Per la 39enne monzese, laureata in Lettere dopo gli anni al liceo di Monza, si è mobilitata la senatrice Ilaria Cucchi che ha raccolto l'appello disperato del papà Roberto che ha denunciato le condizioni indecorose della cella in cui è detenuta.
Così Cucchi ha raccontato la vicenda: "Ilaria Salis è una maestra elementare. Oggi però non può insegnare, perché è detenuta nelle carceri ungheresi. Ilaria rischia sedici anni di prigione. L’accusa è di aver aggredito due uomini, provocandone il ferimento. Le lesioni sono guarite in pochi giorni. Ilaria, invece, è rinchiusa da quasi un anno. Le pareti che circondano Ilaria sono quelle di uno Stato in cui i diritti della persona e in particolare quello a un giusto processo non sono garantiti. Lo Stato di diritto ungherese si fonda su premesse fragili, se non vuote. Ilaria deve assolutamente rientrare in Italia, per affrontare una giustizia che salvaguardi la sua dignità".
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L'appello del papà Roberto
Il papà Roberto così ha raccontato quello che sta passando sua figlia durante la conferenza stampa in Senato, secondo quanto riportato da Ansa:
Mia figlia rischia fino a 24 anni per aver provocato lesioni guarite in 5 e 8 giorni. Chiediamo alla politica di fare qualcosa. Ilaria è costretta a mangiare con le mani e fino al 6 settembre non ha potuto parlare con noi. Ora riusciamo a sentirla un paio di volte a settimana per pochi minuti. In cella ci sono cimici, scarafaggi e topi. In un testo inviato da lei al suo legale raccontava: "Sono stata tormentata da punture di cimici da letto per i primi tre mesi che mi procuravano reazioni allergiche ma non ho ricevuto antistaminici nè creme".
Da qui la richiesta del papà: "Hanno privato Ilaria ma non gli altri due cittadini tedeschi della possibilità di parlare con i congiunti, fino al 6 settembre non abbiamo potuto avere contatti con lei. I cittadini hanno bisogno di risposto dalle Istituzioni, io ho mandato messaggi e non ho ricevuto risposta. Nessuno ha speso cinque minuti per chiamarmi".
Le accuse mosse alla Salis
Il fatto che riguarda Salis, che aveva già avuto problemi anche in Italia durante una manifestazione, è avvenuto l'11 febbraio 2023 durante un raduno di un gruppo neonazista a cui si sono contrapposti gli antifascisti, persone arrivate da tutta Europa, tra cui Ilaria Salis, definita anarchica da molti quotidiani.
Lì sono scoppiano tafferugli con qualche contuso e ci sarebbero anche riprese delle telecamere a mostrare l'aggressione. Ilaria è stata arrestata poco dopo mentre si trovava in taxi con altri due manifestanti.
Dopo l’arresto, Salis è stata portata in un carcere di massima sicurezza a Budapest, dove si trova ancora in attesa del processo che inizierà a fine gennaio 2024.
Il ricordo di Piemontese
Molti ancora oggi al liceo Zucchi ricordano Ilaria. Tra questi oltre al sindaco di Monza Paolo Pilotto che è stato il suo professore, anche il compagno di scuola Antonio Piemontese, di qualche anno più grande, oggi giornalista che così la descrive:
Me la ricordo come una ragazza dolce, spesso silenziosa, un po’misteriosa. Era un’ottima studentessa: se non ricordo male si diplomò col massimo dei voti. Poi la folgorazione con la sinistra e la militanza nel centro sociale monzese Boccaccio, spazio autogestito da vent’anni attivo nel capoluogo brianzolo. Ilaria divenne un’attivista nella tante battaglie, alcune più condivisibili altre meno, almeno per i moderati. Il collante era l’antifascismo.
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