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Maltrattamenti alla scuola materna statale. Lo sfogo delle mamme: «Video scioccanti»

Parlano i genitori dei bambini coinvolti nella vicenda che ha portato alla condanna di un’insegnante di 59 anni.

Maltrattamenti alla scuola materna statale. Lo sfogo delle mamme: «Video scioccanti»
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«I video sono agghiaccianti: anche chi la difendeva, ora dovrà ricredersi». A sfogarsi sono alcuni dei genitori della scuola dell’infanzia statale, coinvolti nella vicenda della maestra Gabriella Pozzoli, accusata e condannata per maltrattamenti.

Maltrattamenti alla scuola materna statale. Lo sfogo delle mamme: «Video scioccanti»

Uno scenario raccapricciante quello svelato dalle telecamere e dai microfoni installati a scuola, tra aprile e giugno dello scorso anno, dai Carabinieri di Biassono che hanno raccolto la denuncia del dirigente scolastico, Simone Cartuccia.
Arrivato soltanto da un anno, il preside ha capito subito che c’era qualcosa che non andava. I militari, coordinati dal comandante della Stazione di Biassono, il luogotenente Luigi Martello, hanno avviato immediatamente le indagini dopo aver ricevuto alcune segnalazioni sui metodi «sospetti» dell’insegnante.

Hanno installato telecamere e microfoni all’interno della classe raccogliendo, in due mesi di accertamenti, un quadro indiziario completo che, consegnato alla Procura, ha consentito all’autorità giudiziaria di emettere il provvedimento cautelare, ovvero l’interdizione per un anno dall’esercizio della professione, firmato dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Monza, Giovanni Gerosa.
Sessanta filmati visionati dai genitori dei bimbi coinvolti, sette o otto episodi di violenza accadevano anche soltanto in un giorno.

«Non sono riuscito a vedere tutti i filmati - confessa un papà - Le immagini erano sono scioccanti. Li metteva tutti in punizione per motivi banali, ad esempio, perché una bambina ha starnutito e si è coperta la bocca con la mano e non con il braccio. Un’altra bambina è stata umiliata davanti a tutti solo perché un pomeriggio si è sbagliata e ha portata a casa lo zaino. Li faceva sdraiare per terra o li metteva in un angolo, si vedono i più grandi aiutare i più piccoli. In aula c’era il terrore, li teneva tutti sotto pressione». «Scattava in un attimo - fa notare una mamma - Soggiogava i bambini dicendogli che lei era brava perché gli faceva i regali. E loro erano obbligati a ringraziarla o a farle dei complimenti. E poi continuava a umiliarli e a ripetere: “Dovete crescere, comando io, non i vostri genitori”».

«Una sentenza assurda e vergognosa ancora di più dopo quello che abbiamo visto nei filmati - ha commentato un papà - Si tratta di bambini, sei hai problemi stai a casa, non puoi trattarli così. Sono stati commessi atti gravissimi: si sente chiaramente una bambina che chiama la mamma. Li teneva come burattini e gli faceva i processi: tutti seduti e al centro, in piedi, il bambino che voleva umiliare».

«Pensavo fossero meno i video - ha aggiunto un’altra mamma - Siamo davvero sconvolti e per di più non sconta nessuna condanna e può tornare a insegnare. Fa male anche il fatto che nessuno ci abbiamo chiesto scusa, o si sia preoccupati dei nostri figli, tutti hanno subito conseguenze per i suoi atteggiamenti. Così come le persone che non ci hanno creduto, accusandoci di essere troppo coinvolti, ora dovranno ricredersi guardando questi 60 filmati. Perché c’è stato chi, più di una persona, l’ha giustificata. Non ci siamo sognati nulla, è tutto documentato, purtroppo, in queste immagini raccapriccianti. Tanta violenza psicologica nei confronti dei nostri figli che sono cambiati dopo questa brutta esperienza. E hanno ancora ricordi di quello che gli è successo».
Nel frattempo i genitori hanno chiesto un colloquio al dirigente scolastico per riprendere in mano la vicenda.

La sentenza di condanna prima di Natale

La maestra violenta ha patteggiato la pena e ha dato la colpa al Covid. Lascia l’amaro in bocca ai genitori la conclusione della vicenda che ha visto imputata l'insegnante della scuola dell’infanzia statale Gabriella Pozzoli, accusata di maltrattare i suoi piccoli alunni.
17 bambini tra i 3 e i 5 anni, alcuni stranieri, uno con disabilità, presi a calci, schiaffeggiati e strattonati, costretti a subire violenze anche verbali e insulti razzisti. La sentenza è arrivata poco prima di Natale. La maestra, 59enne, residente a Carate Brianza, ha patteggiato la pena di 2 anni di reclusione con la sospensione condizionale, subordinata a una serie di condizioni.

Per prima un'ammissione di responsabilità «giustificata dalla paura del Covid», poi le dimissioni dalla scuola materna e l'impegno a seguire un percorso di sostegno. Infine, una donazione a un ente che si occupa della tutela dei bambini. Un accordo raggiunto in tempi record con il magistrato titolare del fascicolo penale a suo carico, il sostituto procuratore Giovanni Santini, prima ancora della conclusione delle indagini e all’oscuro delle famiglie coinvolte.

Non una lettera di scuse e nemmeno un contatto da parte dell’imputata e dei suoi legali con le 11 famiglie che rappresentano 13 bambini della scuola dell’infanzia, coinvolti nell’inchiesta che hanno deciso di costituirsi parte civile e si sono rivolti allo studio legale di Monza dell’avvocato Monica Gnesi. Le stesse famiglie che ora non riescono a darsi pace e vogliono portare avanti la loro battaglia.

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