Maltrattamenti all’asilo: adesso tredici famiglie si rivolgono a un legale
I genitori si sono rivolti all’avvocato Monica Gnesi per chiedere una perizia sui danni subiti dai figli.
"Il bene primario è tutelare i bambini". Sono al momento tredici le famiglie che si sono rivolte allo studio legale di Monza dell’avvocato Monica Gnesi, per fare chiarezza su quanto accaduto alla scuola dell’infanzia statale.
Maltrattamenti all’asilo: adesso tredici famiglie si rivolgono a un legale
Tredici famiglie, che rappresentano 15 bambini, vogliono costituirsi parte civile nei confronti della maestra di 59 anni, residente a Carate Brianza, accusata di maltrattare i suoi piccoli alunni. La donna è interdetta per un anno dall’esercizio della professione con l’accusa di aver ripetutamente maltrattato gli alunni con calci e schiaffi.
L’ordinanza di custodia cautelare è stata chiesta dal pubblico ministero della Procura di Monza, Giovanni Santini, e firmata dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Monza, Giovanni Gerosa.
Presi a calci, schiaffeggiati e strattonati, costretti a subire violenze anche verbali e insulti razzisti. Uno scenario raccapricciante quello svelato dalle telecamere e dai microfoni installati alla scuola dell’infanzia statale, tra aprile e giugno di quest’anno, dopo una segnalazione giunta ai Carabinieri di Biassono. Immagini eloquenti che non lasciano dubbi sul comportamento della maestra. L’insegnante, da tempo in servizio alla materna statale, è stata negli anni anche referente di plesso. Alle spalle una lunghissima esperienza nel mondo della scuola, da molti conosciuta e rispettata.
Nella sua classe 17 bambini, tra i 3 e i 5 anni, alcuni stranieri, uno con disabilità. Tutti presi di mira, chi più, chi meno. Sollevati da terra e strattonati con violenza come si vede chiaramente nelle intercettazioni dei Carabinieri che hanno raccolto la denuncia del dirigente scolastico, Simone Cartuccia.
Le indagini partite dalla segnalazione del dirigente scolastico
Arrivato soltanto da un anno, il preside ha capito subito che c’era qualcosa che non andava. I militari, coordinati dal comandante della Stazione di Biassono, il maresciallo Luigi Martello, hanno avviato immediatamente le indagini dopo aver ricevuto alcune segnalazioni sui metodi «sospetti» dell’indagata.
Hanno installato telecamere e microfoni all’interno della classe raccogliendo, in due mesi di accertamenti, un quadro indiziario completo che, consegnato alla Procura, ha consentito all’autorità giudiziaria di emettere un provvedimento cautelare. La difesa di parte civile si riserva di procedere con la richiesta di un incidente probatorio per sentire i bambini oppure di sottoporli a una perizia psicologica: "Stiamo valutando iniziative a tutela dei minori" ha spiegato l’avvocato Roberto Beretta dello studio legale associato.