La testimonianza

Martina Cambiaghi racconta il viaggio al confine con l’Ucraina

«Scioccante vedere fiumi di persone che scappano e cercano la salvezza».

Martina Cambiaghi racconta il viaggio al confine con l’Ucraina
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Scene drammatiche viste in diretta, fiumi di persone che fuggono dalle bombe e dalla guerra, che lasciano il loro Paese, con la preoccupazione per chi è rimasto a combattere. Martina Cambiaghi, capogruppo della Lega in Consiglio comunale a Desio, ma anche consigliera provinciale, con una delega a Edilizia scolastica, impianti sportivi e autodromo, e delegata Coni Monza e Brianza, nel fine settimana ha raggiunto Medyka, in Polonia, al confine con l’Ucraina, una delle vie di fuga dal conflitto che è scoppiato nel cuore dell’Europa, dopo l’invasione della Russia.

Martina Cambiaghi racconta il viaggio al confine con l’Ucraina

«La gente scappa, è davvero impressionante vedere la fiumana di persone, soprattutto donne, giovani e anziane, con bambini piccoli - racconta durante il suo viaggio - Pochissimi gli uomini. Quei pochi che ci sono, sono i nonni, perché i mariti e i papà sono rimasti in Ucraina a combattere. Le persone arrivano con gli zainetti o dei trolley, hanno il minimo indispensabile. Hanno fatto chilometri e chilometri di strada, anche a piedi, per raggiungere il confine». Non c’è una situazione strutturata, da quel che ha potuto vedere la desiana: «Ci sono presidi Ong o associazioni di volontariato arrivate da tutto il mondo, polacche, inglesi, tedesche, una anche di indiani Sikh, che prestano i primissimi aiuti. Danno acqua, té, panini, coperte, qualche genere alimentare di prima necessità, ma poco altro perché quello non è un punto di arrivo, ma solo una tappa. I più fortunati vengono recuperati e portati a casa, in quei Paesi dove hanno parenti o qualche amico che li accoglie, altri salgono su pullman organizzati dal governo polacco e vengono portati nei primi centri di accoglienza».

Immagini che toccano il cuore e lasciano il segno

Una situazione veramente difficile. «E’ molto scioccante vedere fiumane di gente che non vedono l’ora di riuscire a passare la dogana perché questo significa salvezza, ma con il pensiero e la preoccupazione per chi è rimasto in Ucraina a combattere». Tanti, poi, arrivano in treno. «Vedendo queste situazioni, credo che il vero aiuto che si può dare anche da parte nostra, sia sostenere e agevolare il ricongiungimento familiare, anche perché, a quanto pare, di aiuti dentro il Paese ne arrivano ben pochi», evidenzia. Cambiaghi era partita, oltre che per portare qualche donazione, proprio per capire direttamente sul posto «come si possono attivare degli effettivi canali d’aiuto».

Magari «un supporto con il canale dello sport, soprattutto per i bambini e i ragazzi». Nel corso della permanenza nelle zone a un passo dalla guerra, la desiana ha anche visitato un centro d’accoglienza ricavato in un centro commerciale abbandonato. «Qui portano le persone dopo che hanno passato il confine - ci dice - Fuori sono stati allestiti degli accampamenti dalle diverse associazioni di volontariato, dentro le persone vengono “smistate” in base a dove devono andare (in stazione, in aeroporto, oppure accompagnati da privati cittadini che sono qui apposta per dare una mano). Ci sono veramente tanti bambini di tutte le età che, nonostante la tragedia che stanno vivendo, giocano nel parcheggio di questo centro».

Proprio pensando a questo, rientrata nella serata di lunedì scorso una delle prime cose che si è ripromessa di fare, è incontrare il Csi, per valutare insieme un aiuto. «I bambini che sono qui sono tantissimi e arrivano con un piccolo zainetto sulle spalle - dice - Riuscire a “intrattenerli” o “distrarli”, facendoli giocare, soprattutto se devono passare la notte nei centri prima di partire per la prossima tappa, sarebbe un piccolo gesto ma utile, e per loro un’attenzione importante».

(nella foto Martina Cambiaghi in Polonia, al confine con l’Ucraina)

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