Mattia Muratore nominato dal Cip ambasciatore dello sport paralimpico

La bellissima favola del 34enne capitano degli «Sharks Monza» di Hockey.

Mattia Muratore nominato dal Cip ambasciatore dello sport paralimpico
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Un sogno che si avvera: l’avvocato arcorese Mattia Muratore è stato nominato ambasciatore dello sport paralimpico.
Un altro importante riconoscimento per il 34enne campione di Hochey in carrozzina, capitano dello squadrone monzese degli Sharks e campione del mondo, che pochi mesi fa ha guidato la nazionale italiana sul tetto del mondo nella disciplina del Wheelchair Hockey.

La nomina è arrivata, un po’ a sorpresa, nei giorni scorsi

La nomina è arrivata, un po’ a sorpresa, nei giorni scorsi, direttamente da Luca Pancalli, presidente del Comitato italiano paralimpico. Si tratta di un team di «Ambasciatori della sport paralimpico» che hanno come obiettivo quello di contaminare l’opinione pubblica e il Paese tutto con le loro avventure sportive e di vita, affinché decine di altre persone possano seguire l’esempio del team.
"In tutto siamo una cinquantina di atleti ed ex atleti che avranno il compito di andare, per esempio, nelle scuole, nelle unità spinali, nei centri di riabilitazione e in tanti altri luoghi per raccontare la propria avventura, il proprio percorso sportivo e di vita per far sì che altre persone possano seguire il nostro esempio - ha spiegato Mattia Muratore - In particolare, gli ambasciatori sono chiamati a rappresentare lo sport paralimpico e tutti i suoi principi. In altre parole, dovremo raccontare la mission che ci spinge a dedicare gran parte delle nostre giornate allo sport e quali siano i valori del paralimpismo che ci fanno così tanto amare ciò che facciamo. Ovviamente si tratta di un bel riconoscimento che non mi aspettavo. Spero tanto di poter raccontare con leggerezza e con il sorriso sulle labbra il nostro mondo, che da fuori viene forse visto e interpretato come triste, ma che in realtà riesce a darci tante soddisfazioni. Sono particolarmente orgoglioso del fatto che sono il primo ambasciatore, in assoluto, dell’hockey in carrozzina. Segno evidente che anche la recente vittoria ai Campionati mondiali ha contribuito a dare nuova linfa al nostro movimento e a farci conoscere in tutto lo Stivale".

Muratore è stato ricevuto anche da Mattarella

Muratore, lo scorso novembre, ricordiamo, è stato ricevuto anche dal Capo dello Stato Sergio Mattarella nell’ambito del Festival della Cultura Paralimpica che si è svolto nella stazione Tiburtina di Roma.
Mattia, dicevamo, con grande forza di volontà è riuscito non solo a superare le difficoltà dovute a una rara malattia genetica che lo costringe su una sedia a rotelle dalla nascita, ma anche a terminare brillantemente il suo percorso di studi in Giurisprudenza ed oggi può fregiarsi del titolo di avvocato. Attualmente lavora all’Università degli Studi di Milano Bicocca e si occupa di gare e appalti.
Il 34enne è un volto molto conosciuto in città. Ha frequentato le scuole della città: elementari in via Edison, medie alla «Stoppani» e poi si è diplomato al liceo scientifico «Frisi» di Monza. Nonostante i suoi problemi fisici, il campione del mondo ed ora ambasciatore dello sport paralimpico non si è mai perso d’animo e, terminati gli studi del liceo, ha deciso di iscriversi alla Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Milano Bicocca e, successivamente, è diventato avvocato.

"La malattia non mi ha mai impedito di fare quello che facevano gli altri"

"La malattia non mi ha mai impedito di fare quello che facevano gli altri - ha continuato il neo ambasciatore - Certo, ho sempre avuto bisogno di un occhio particolare, specialmente da piccolo, quando dovevo essere protetto da molti pericoli per via della mia malattia".

La malattia è stata una compagna costante della sua vita. Anche sotto questo aspetto il 34enne si è sempre rivelato un campione: non ha mai voluto nascondere la sua patologia, anzi da parecchi anni partecipa volentieri ad incontri organizzati nelle varie scuole per raccontare la sua esperienza di vita ed ora lo farà con ulteriore slancio a seguito della nomina di Pancalli.

"L’Osteogenesi imperfetta di cui soffro comporta una marcata fragilità ossea- racconta il giovane - Quando ero piccolo avevo l’ossatura molto delicata e mi bastava un forte colpo di tosse per procurarmi fratture alle costole. Fortunatamente, con il tempo, le ossa si sono un po’ rinforzate e la mia condizione è migliorata anche se sono, comunque, costretto a muovermi su una sedia a rotelle e non sempre è cosa facile".

Grazie al prof. Enea Spilinbergo

L’avvicinamento allo sport di Mattia è nato per caso quando, molti anni fa, desideroso di praticare una disciplina sportiva ha scoperto l’hockey su carrozzella elettrica grazie al suo ex professore di Educazione fisica alle scuole medie, il prof. Enea Spilinbergo.
"Non trovavo una disciplina adatta a me - ha raccontato ancora - Finché ho incontrato per miracolo il nostro sport, che tra l’altro è l’unico adatto ai disabili gravi. Gli atleti delle Paraolimpiadi hanno una disabilità medio grave, spesso hanno moltissima forza nelle braccia. I nostri atleti invece non solo non hanno l’uso delle gambe ma spesso hanno una forza residua molto bassa, grazie alle carrozzine elettriche però riescono ad avere un ruolo importante nella squadra".

Addio alla nazionale

Il campione arcorese ha confermato il suo addio alla Nazionale ma continuerà ad essere la stella degli Sharks. «Il capitolo nazionale è chiuso, non ci sarà nessuna retromarcia - ha concluso Muratore - È una scelta personale, non dipendente da niente e da nessuno. Semplicemente, che ci piaccia o no, tutto ha un inizio e una fine. Anche i viaggi più incredibili. Come ho detto ai miei compagni, arrivare dove siamo arrivati è stato un qualcosa di unico, che resterà nella storia di questo sport. Ma la parte più bella è stata il percorso che abbiamo fatto insieme. E che ci ha reso quello che siamo. Una cosa sola. Spero soltanto che i futuri giocatori azzurri possano avere la fortuna di provare anche solo la metà delle emozioni che ho provato io in questi anni. Indossare questa maglia e portare al braccio questa fascia è stato un privilegio enorme. Continuerò a sentirmele addosso per sempre. Sono, senza dubbio, una parte di me. Invece proseguirà il mio impegno con gli Sharks».
E anche noi della redazione facciamo il tifo per un vero campione, sia in campo che nella vita. Un esempio per le giovani generazioni.

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