indagine partita nel 2019

Maxi giro di usura a Limbiate, condanne da uno a quasi dieci anni

Due patteggiamenti e tre imputati giudicati con rito abbreviato: nel blitz furono sequestrati soldi, assegni, orologi Rolex

Maxi giro di usura a Limbiate, condanne da uno a quasi dieci anni
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Maxi giro di usura a Limbiate, condanne da uno a quasi dieci anni. Due patteggiamenti e tre imputati giudicati con rito abbreviato: nel blitz furono sequestrati soldi, assegni, orologi Rolex

Condanne fino a quasi dieci anni

Patteggiamenti e condanne con l’abbreviato per il giro di usura scoperto dai carabinieri a Limbiate  nel 2019 che l'anno scorso aveva portato all'arresto di cinque persone. La sentenza del Tribunale di Monza (gup Silvia Perrucci) è stata pronunciata nei giorni scorsi. Due i patteggiamenti, con pene da un anno e quattro mesi a quattro anni. Tre invece gli imputati che hanno scelto il rito abbreviato, con condanne da 3 anni (nei confronti dell’albanese X.H.) fino a quasi 10 anni per estorsione (nove anni e otto mesi a C.B., e cinque anni e otto mesi per M.B.).

Nel blitz sequestrati contanti, assegni e Rolex

L’indagine era nata da un blitz antidroga effettuato in un’abitazione di via Ariosto, a Limbiate. Quel giorno, i militari si erano presentati con le unità cinofile per cercare sostanze stupefacenti, e invece si erano ritrovati sotto gli occhi un tesoretto in soldi contanti, assegni, Rolex d’oro. Banconote lanciate dalla finestre, in sacchetti appesantiti con delle mele all’interno per velocizzare la caduta. La perquisizione aveva portato alla scoperta di 50mila euro cash, assegni postdatati, oltre a orologi (Rolex, Tag Heur, Janvier) per 30mila euro.

La scoperta del giro di usura

Da quel momento gli accertamenti avevano a un giro di usura riferibile a un esponente di una famiglia di origini libiche, anche se naturalizzata italiana da generazioni. Debitori in difficoltà a pagare i primi prestiti venivano indirizzati ad altri usurai, legati in una specie di consorzio malavitoso.

Dieci vittime identificate

Erano almeno 10 le vittime identificate. C’era il piccolo imprenditore dipendente dalla cocaina caduto in disgrazia dopo la separazione dalla moglie. Il giovane di 22 anni costretto a sborsare 100mila euro, a fronte di un debito iniziale di droga da 15mila. O il 58enne di Bollate minacciato assieme alla consorte dagli strozzini. Impressionanti le minacce (spesso sfociate in vere e proprie aggressioni fisiche) intercettate dagli inquirenti.«Lascia il bambino a casa perché se no ti prendo a schiaffi anche davanti a lui", dicevano gli strozzini alle vittime. E ancora «Se non paghi, ti cucino quella faccia da porco».

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