Meda in lutto per Peppo, l'amico di tutti
Era un grande lavoratore e un appassionato di Harley Davidson.
Meda in lutto per Peppo Moro, amico di tutti. Si è spento a 50 anni.
Meda piange Peppo
Era amico di tutti e tutti gli volevano bene. Rimarranno sempre impresse la sua simpatia, la solarità, la voglia di scherzare e la sua infinita disponibilità. Sconcerto per la scomparsa, a 50 anni, di Peppe Moro. Nei giorni scorsi diceva di non sentirsi molto bene, poi le sue condizioni si sono aggravate e nonostante i tentativi di salvarlo mercoledì si è spento, gettando nello sconforto famigliari e amici.
Il ricordo del fratello Emiliano
In primis il fratello Emiliano, per il quale era anche «il migliore amico, una persona a cui potevo confidare tutto». Ha lasciato un vuoto immenso anche nelle due nipoti Martina e Gaia, di 19 e 16 anni, le sue «trappole» come le chiamava lui, «perché diceva che lo avevano intrappolato. Era uno zio innamorato, erano la luce dei suoi occhi e per loro c’era sempre».
Un grande amico di tutti
Peppo è rimasto nel cuore anche delle tantissime persone che contagiava con il suo entusiasmo travolgente, i tanti amici coi quali amava chiacchierare nei bar della zona, dei veri e propri punti di ritrovo: «Mio fratello amava la compagnia, gli piaceva ridere e scherzare. Non si arrabbiava mai e quelle volte che gli capitava di discutere con qualcuno poi voleva subito fare pace, non riusciva a non chiarire una situazione». Grande lavoratore, era montatore di mobili in un’azienda in Svizzera. Nutriva una grande passione per le Harley Davidson: «Non era uno di quei motociclisti che fanno spesso lunghi viaggi, ma gli piaceva andare in giro in sella alla moto».
La passione per le moto condivisa con Matteo Ronzoni
Un amore che condivideva con altri amici, tra cui Matteo Ronzoni, il sevesino di 55 anni che nell’agosto di due anni fa era rimasto vittima di un tragico incidente: un automobilista lo aveva investito mentre stava rientrando a casa in sella alla moto insieme alla moglie. «Era stato proprio alla festa di compleanno di Peppo, stava tornando a Seveso quando è avvenuto l’impatto che non gli ha lasciato scampo - ricorda Emiliano - Mio fratello non se l’è mai perdonato, si è sempre sentito un po’ in colpa, diceva che se avesse organizzato la festa un altro giorno magari Matteo sarebbe ancora qui. Gli è sempre rimasto nel cuore».