Medico che vuole vaccinare fermato dalla burocrazia
Ex chirurgo del San Gerardo in pensione voleva rendersi utile, ma è stato bloccato dalle carte.
Un medico monzese voleva rendersi utile, aiutando a vaccinare, ma è stato fermato dalla burocrazia. A denunciare la vicenda Marcello Costa Angeli, 64 anni, medico di Chirurgia Toracica andato in pensione a novembre 2020 dopo una vita trascorsa all'ospedale San Gerardo di Monza.
Medico si candida
Cosa sia il Covid e quanto possa essere pericoloso, purtroppo, l’ha ben visto coi suoi occhi lavorando in ospedale fino a novembre, quando è andato in pensione. Anche per questo il dottore Marcello Costa Angeli avrebbe voluto mettersi a disposizione per la campagna di vaccinazione di massa contro il coronavirus.
«Dobbiamo fare il prima possibile a vaccinare il maggior numero di persone, è l’unico modo per uscire dall’incubo», ha spiegato. Peccato che la sua buona volontà e il suo entusiasmo si sia scontrato contro l’italica burocrazia che ha reso un vero e proprio percorso ostacoli riuscire a candidarsi con successo per rendersi utile.
«Dicono che mancano medici ed infermieri ed è così, ma se poi si ferma in questo modo chi vuole mettersi a disposizione è difficile uscire dall’impasse e allora mi chiedo se c’è davvero la volontà politica di fermare questo virus», denuncia il medico che ha un passato anche in politica.
Burocrazia assurda
«Ho visto che reclutavano medici, anche quelli andati in pensione e che la gestione della procedura era stata affidata alla Protezione civile nazionale - ha spiegato - Stare dentro una tuta per ore è dura a una certa età ma per dare una mano lo farei ancora volentieri».
Così il medico monzese va sul sito e prova a candidarsi e qui inizia l’epopea. «A parte che uno dovrebbe leggersi subito 60 pagine di spiegazione, nella quale non è chiaro nemmeno quante ore servano e quale sia il compenso. Ma nemmeno questo mi ha fermato», spiega Costa Angeli che poi ha scoperto di dover trovare, scannerizzare e caricare una lista infinita di documenti. «Chiedono la fotocopia di ogni documento d’identità, codice fiscale, ma anche certificato di laurea, abilitazioni - denuncia - Una cosa assurda anche perché sono tutti documenti già in loro possesso visto che fino a due mesi prima lavoravo in un ospedale pubblico sotto il sistema sanitario nazionale».
Un’ora e mezza per caricare tutti i documenti. «Ho chiamato anche mia figlia che è ingegnere e professore universitario e mi ha dato una mano, mi ha spiegato che mi sarebbe poi arrivata una mail con scritto che sarei stato accettato e avrei dovuto generare delle password». Il bando scadeva il 28 dicembre ed è così che in settimana arriva la mail.
Contattato a sorpresa da Manpower
Ma non è il Ministero della Salute né la Protezione Civile a scrivere, ma una nota Agenzia Interinale di gestione del lavoro. «Mi scrive Manpower che mi chiede un Pdf congiunto di altri documenti, compresi tutti quelli già caricati e in aggiunta anche la ricevuta del pagamento del bollettino dell’Ordine dei medici», continua il dottore. Ma non è finita qui. «Chiedono anche una polizza assicurativa personale privata e la relativa sua ricevuta di pagamento.
Ovvero: io medico vaccino su tua richiesta, per ordine del Ministero della sanità, a sua volta sollecitato dal Governo italiano, in spazi da te decisi, con farmaci da te procurati, con personale da te fornito, in momenti e luoghi da te indicati, con formulari e documenti da te prodotti, le persone da te indicate, senza che io possa diversamente modificare nulla e per fare ciò io mi devo munire di assicurazione medica privata a mie spese a copertura di danni che potrei fare obbedendo ai tuoi ordini? - tuona il medico monzese - Ovvero non sapendo neppure in che rapporto di lavoro sarò con te che mi utilizzi, non vengo protetto da te, ma devo presentarmi già assicurato e non so nemmeno se il costo se verrà mai compensato dalla tua retribuzione ? E’ scandaloso».
L’assurdità è stata denunciata anche dalla consigliera comunale Anna Martinetti che ha raccolto la testimonianza del medico e ha chiesto di far luce sulla vicenda.