Lutto

Mezzago piange l'amato missionario "bomber"

Maurizio Crespi aveva lasciato il calcio per aiutare i meno fortunati in Madagascar: si è spento nel giorno del suo 58esimo compleanno.

Mezzago piange l'amato missionario "bomber"
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Mezzago piange l'amato missionario "bomber". Maurizio Crespi era una promessa del calcio, ma aveva lasciato tutto per aiutare i meno fortunati in Madagascar. Si è spento nel giorno del suo 58esimo compleanno.

Si trovava a Mezzago in vacanza

Una comunità in lutto. Tutta Mezzago piange Maurizio Crespi, l'amato missionario laico che da tanti anni viveva in un villaggio in Madagascar. Da quanto appreso il 58enne avrebbe accusato un malore nella serata di ieri. Crespi si trovava a Mezzago per qualche giorno di vacanza e sarebbe tornato in Africa nelle prossime settimane. Lì ormai aveva la sua casa, come lui stesso aveva raccontato al Giornale di Vimercate in un'intervista rilasciata nel 2018.

"Sono nato nel 1964 a Cologno Monzese, ma all’età di quattro anni mi sono trasferito a Mezzago dopo la morte di mia mamma Antonia, deceduta durante un’operazione all’appendice - aveva raccontato - E’ stata un’esperienza che ha segnato la mia vita e mi ha cambiato: ero un bambino allegro e spensierato, ma con il passare degli anni sono aumentate dentro di me le domande sul senso dell’esistenza. Il Signore e la Madonna mi hanno sempre aiutato. Dal 2005 al 2013 ho lavorato nella missione dei padri Carmelitani scalzi, a Marovoay, cittadina nel nord del Madagascar: ho seguito i lavori nella realizzazione di un dispensario medico, di una struttura abitativa per medici e di un liceo. Dal 2013, risiedo nella casa di riposo del comune di Marovoay, questa struttura è stata realizzata da un ex deputato di Marovoay nel 1967, è una casa di accoglienza che ospita persone povere, emarginate che a causa delle difficoltà della vita si sono ritrovate a vivere sole per strada, mendicando. L’esperienza di sofferenza che ho provato con la morte di mamma, l’esempio di mio padre, mi ha sempre insegnato ed essere generoso e disinteressato verso il denaro, le parole di Gesù nel Vangelo, mi hanno fatto capire che la vita è bella, anche se in mezzo a problemi e difficoltà, se è vissuta, cercando, per quel che è possibile, di aiutare gli altri e facendo del bene e, io sono contento di viverla con questi propositi".

La scelta di lasciare il calcio

A rendere ancora più speciale la decisione di Crespi era stata la scelta di abbandonare il mondo del calcio. Il mezzaghese, infatti, era una vera e propria promessa.

"Amavo giocare a pallone: militavo nel Mezzago e a 10 anni mi hanno notato degli osservatori dell’Inter. Ho giocato fino a 15 anni con i nerazzurri, più volte sono stato capitano della squadra, in un torneo ho vinto un premio come migliore giocatore. Ma tutto questo non mi soddisfaceva non era questo ciò che mi rendeva felice. L’Inter mi voleva vendere a una squadra di Serie C ma ho deciso di smettere".

Sul Giornale di Vimercate in edicola da martedì il servizio completo.

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