La testimonianza della vittima

Molestata in treno: "Serve sicurezza, ma anche un cambio culturale"

Gnima Seck, monzese, lo ha ripreso col cellulare e il video è diventato virale

Molestata in treno: "Serve sicurezza, ma anche un cambio culturale"
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Molestata sul treno da un maniaco, ha avuto il sangue freddo e il coraggio non solo di affrontarlo, ma anche di riprendere la scena col cellulare. Un video diventato virale nel quale si vede l’uomo (un 25enne dello Sri Lanka che sarebbe poi stato identificato dalla Polfer di Milano e denunciato per atti osceni), che le si avvicina mostrandole le parti intime.

La vittima monzese

E ora lei, la vittima,  Gnima Seck, mediatrice culturale di trent’anni residente a Monza, chiede a gran voce non solo più sicurezza per chi viaggia sui mezzi pubblici, ma auspica anche un deciso cambio culturale, «perché non è la prima volta che mi capitano episodi simili. E’ inaccettabile che una donna non possa andare in giro da sola senza che venga avvicinata da qualche malintenzionato».

Molestata sul treno

«Oltre che come mediatrice culturale, lavoro anche in un locale a Milano, in zona corso Como - ha raccontato - Per tornare a Monza prendo il treno da Milano Garibaldi. Solitamente sono insieme ad altri colleghi. Quella mattina tuttavia ho fatto un po’ tardi e così mi sono trovata in stazione da sola, in attesa del treno delle 5.39 diretto a Chiasso».

Gnima Seck era ancora sulla banchina, in attesa del convoglio, quando ha notato la presenza di un uomo che camminava accanto a lei. «Mi è sembrato strano - ha ammesso - Mi guardava con insistenza, ma quando è arrivato il treno sono salita senza prestarvi troppa attenzione. Sono andata ad accomodarmi in uno dei vagoni centrali, che in quel momento era vuoto, e non ci ho più pensato».

La donna ha affrontato il maniaco

L’uomo, senza farsi notare, è salito sul treno, seguendola. «Erano passati pochi minuti quando l’ho visto entrare nel mio vagone - ha proseguito a ricostruire - E’ passato fissandomi ancora. E in quel momento mi sono iniziati a venire i primi dubbi circa le sue intenzioni. Ho afferrato il cellulare, accendendo la telecamera». E infatti lui è passato nuovamente. «Solo che questa volta aveva i pantaloni slacciati con le parti intime esposte - ha aggiunto - Si stava masturbando guardandomi. L’ho affrontato, mentre continuavo a riprenderlo».

Il molestatore si è quindi diretto verso le toilette e la donna ne ha approfittato per prendere la borsa e allontanarsi dallo scompartimento per andare a cercare il capotreno. «Non ho fatto in tempo a voltarmi che è uscito dal bagno, continuando a masturbarsi. Mi si è avvicinato di nuovo, questa volta con ancora più insistenza». A quel punta Gnima Seck, spaventata, gli ha tirato un calcio ed è fuggita. «Forse non si aspettava una mia reazione, fatto sta che non mi ha seguita», ha precisato.

La richiesta di aiuto

Una volta raggiunto il capotreno, gli ha spiegato quanto accaduto, mostrandogli il video. «E’ andato a cercarlo, senza tuttavia trovarlo». Intanto il treno era arrivato alla fermata di Greco Pirelli, dove c’erano alcuni agenti della Polfer, intervenuti per un’altra segnalazione. «Il capotreno li ha avvertiti dell’accaduto, poi il convoglio è ripartito. Sono arrivata a Monza e, una volta a casa, ho pensato di inviare il video a Milanobelladadio, il profilo social che raccoglie le segnalazioni su quanto accade sul territorio». Una volta online, il video è diventato virale. «Ho ricevuto molti commenti di vicinanza - ha spiegato - Una ragazza ha scritto spiegando come lo stesso uomo avesse importunato pure lei. Ma purtroppo sono arrivati anche commenti sgradevoli. Alcuni si sono domandati persino come fossi vestita. A livello culturale di passi in avanti dobbiamo farne ancora».

Era già stata molestata

Anche perché non è la prima volta che la donna è stata vittima di una violenza. «Lo scorso anno sono stata molestata in via Mentana. Stavo camminando, quando un uomo mi ha messo la mano nella scollatura. Mi ero messa a urlare terrorizzata e la cosa peggiore è che c’era un gruppo di persone che, anziché aiutarmi, si è voltata dall’altra parte».

"Serve sicurezza"

Le molestie subite sul treno l’hanno spinta a chiedere a gran voce l’istituzione dei vagoni rosa. Nata e cresciuta a Monza da genitori senegalesi, Gnima Seck ha fatto le scuole elementari alla «Anzani», poi le medie alla «Confalonieri», per poi frequentare il liceo «Porta». Da sempre attenta all’inclusione, è impegnata nell’associazione Mosaico (che vede sua madre tra le fondatrici) e lo scorso anno si era candidata alle Amministrative nella lista di Carlo Chierico. «Ho sempre voluto aiutare gli altri - ha concluso - Qualcuno mi ha criticata nel momento in cui ho parlato dei vagoni rosa da destinare non solo alle donne, ma a chiunque non si senta tranquillo. Purtroppo non viviamo in un mondo utopico. E’ per questo che ho voluto raccontare quanto accadutomi, esponendomi in prima persona. Le molestie sono ancora una realtà. L’educazione in tal senso è fondamentale, ma finché non si trova una soluzione, qualche provvedimento concreto va preso. Quello che mi è accaduto mi ha profondamente scossa. Quando ora devo salire sul treno per andare o tornare dal lavoro tremo. Per questo chiedo sicurezza, in modo che non capiti ad altre. Ma chiedo anche, qualora capiti di assistere a fatti simili, di non girarsi dall’altra parte e di aiutare chi è in difficoltà».

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