Autopsia morti alla Lamina: intossicazione da Argon
Nei prossimi giorni sono previsti nuovi accertamenti.
L'autopsia sui quattro morti alla Lamina Spa a causa di un incidente avvenuto il 16 gennaio scorso conferma il decesso per intossicazione da Argon. Si tratta di un gas pesante che avrebbe ristagnato nella fossa.
Autopsia morti alla Lamina: intossicazione da Argon
Sono due gli elementi essenziali che emergono dall'esito dell'autopsia sulle quattro vittime dell'incidente avvenuto alla Lamina Spa di Milano, in cui hanno perso la vita due fratelli di Muggiò - Arrigo e Giancarlo Barbieri - e il brianzolo Marco Santamaria. Da una parte la conferma della morte per asfissia, dall'altra l'accertamento che il gas letale che ha ucciso i 4 lavoratori è stato l'Argon. Un gas che si è accumulato nella fossa, profonda un paio di metri, andando a saturare completamente l'ambiente.
Ossigeno pari a zero
Gli specialisti dei Vigili del Fuoco che per primi lo scorso 16 gennaio hanno effettuati gli accertamenti nella vasca, hanno riscontrato, attraverso uno strumento che rileva la qualità dell'aria, una quantità di ossigeno pari a zero.
Questo significa che il gas pesante, l'Argon appunto - e non l'azoto di cui inizialmente si era parlato - ha ristagnato nella fossa fino a saturarla completamente. I tre lavoratori che hanno perso la vita nell'immediato sono morti in pochissimi istanti. Il muggiorese Giancarlo Barbieri, sopraggiunto per soccorrere il fratello Arrigo, ha lottato per due giorni al San Raffaele di Milano in condizioni disperate. Poi è spirato.
Proseguono le indagini: i dubbi sull'allarme
Intanto proseguono le indagini. L’inchiesta dei pm Tiziana Siciliano e Gaetano Ruta ha l’obiettivo di scoprire da dove sia uscito quel gas e perché l’assenza di ossigeno non sia stata segnalata dall'allarme. Ieri i magistrati, con gli esperti di Vigili del fuoco e dei Carabinieri, sono tornati alla Lamina per analizzare tutti gli impianti del forno nelle medesime condizioni del giorno dell’incidente. Da chiarire perché l'allarme, che si sarebbe dovuto attivare e la cui sirena - è stato accertato ieri - funzionava, non sia scattato.
La perdita di gas
Resta da chiarire anche la fuga del gas. Il forno in cui è avvenuto l'incidente viene utilizzato dall'azienda per scaldare l'acciaio prima delle di altre lavorazioni. Quando è l'acciaio ad essere lavorato l'azoto viene pompato per evitare l'ossidazione. Ma lo stesso macchinario viene utilizzato anche per il titanio e in quel caso il gas di supporto è proprio l'Argon. Resta da capire da dove sia partita la perdita.
Nei prossimi giorni sono previsti altri accertamenti. La fabbrica è stata dissequestrata questa mattina, tranne la zona del forno e della vasca, dove invece sono previste nuove analisi.